Lo sport gestisca i diritti pensando al Web

Se lo sport non andrà incontro alle esigenze delle nuove generazioni si troverà con entrate in caduta e diritti televisivi non più in grado di sostenere le attività odierne. Le Olimpiadi devono dunque pensare anche ad Internet. Parola di Martin Sorrell
Se lo sport non andrà incontro alle esigenze delle nuove generazioni si troverà con entrate in caduta e diritti televisivi non più in grado di sostenere le attività odierne. Le Olimpiadi devono dunque pensare anche ad Internet. Parola di Martin Sorrell

Il mondo dello sport si regge in gran parte sui diritti televisivi: lo strumento che porta lo spettacolo nelle case restituisce allo sport ingenti capitali che ai massimi livelli vengono investiti per promuovere la cultura sportiva, gestire gli eventi e far crescere il movimento. In un’era in cui la televisione sta perdendo il proprio ruolo egemone, però, anche chi vive dei proventi dei diritti ha la necessità di ripensare alle proprie fonti di sostentamento. Per questo motivo il Comitato Olimpico Internazionale ha ospitato Martin Sorrell, CEO WPP Group, al fine di comprendere quale direzione debba prendere il Comitato in questa fase di transizione.

«Se loro vanno online, voi andate online». Il punto di vista di Sorrell è semplice, ma incipit di una rivoluzione. Il suggerimento, infatti, è quello di prendere la strada della rete perché i numeri ormai confermano la bontà di questa scelta. 1.4 miliardi di utenti sono online e 4 miliardi hanno un telefono mobile. L’utenza, di fronte a cotanta offerta, non è più soddisfatta della semplice fruizione televisiva: vuole interagire, vuole collaborare, vuole commentare. Se non si offre all’utenza la piattaforma giusta, quindi, si rischia di perdere una vasta fetta di mercato soprattutto tra i più giovani, quelli maggiormente avvezzi alla nuova cultura ed all’uso dei nuovi media.

Sorrell ha rimarcato anche il fatto che proprio l’utenza del Web sia quella più preziosa poiché quella che spende di più. La scelta è pertanto quasi obbligata: il CIO dovrà mettere a disposizione i propri contenuti ed i propri asset esattamente nel modo in cui l’utenza li vuole avere. La Rete è in tal senso il canale privilegiato del futuro e non a caso il medesimo problema è già stato velatamente sollevato anche in relazione ai diritti televisivi nel mondo del Calcio. Ma è proprio il Calcio, lo sport che più di ogni altro prospera grazie ai diritti televisivi, ad esprimere le prime avanguardie. La sfida Ucraina-Inghilterra, infatti, verrà nei prossimi giorni trasmessa con esclusiva per il Web: il sito Ukrainevengland.com trasmetterà l’incontro con costo di accesso pari a 6 euro.

«La rivoluzione digitale ha già cambiato l’orizzonte dei media e il modo in cui lo sport viene consumato non sarà mai più lo stesso. […] Date loro i contenuti nel formato che preferiscono, corto e rapido, personalizzabile e facile da condividere. Non negate loro questa possibilità e non archiviate la come troppo complessa». Sorrell non vede alternative: se non si abbracceranno le nuove tecnologie (tanto nella sostanza, quanto nella forma) lo sport dovrà accettare una riduzione delle entrate e ridimensionarsi per diretta conseguenza. Tutto ciò perchè si sarà negata una opportunità ad una precisa fetta del mercato: «Dobbiamo assicurarci che la generazione degli iPod sia sintonizzata, non tagliata fuori».

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