Il premio Nobel per la pace a Barack Obama, il presidente "innovatore"

Ha fatto il giro del mondo nel giro di poche ore la notizia dell’assegnazione del premio Nobel per la Pace a Barack Obama, il presidente degli Stati Uniti insediatosi meno di un anno fa alla Casa Bianca ma che, nonostante ciò, sembra già aver lasciato un segno importante nella storia.

Un riconoscimento inatteso, anche da parte del diretto interessato, almeno secondo quanto si apprende da fonti vicine al presidente americano che hanno parlato di “sorpresa” come prima reazione.

Al di là delle motivazioni ufficiali, legate all’impegno svolto dal presidente USA in un delicato gioco di equilibri per portare il dialogo in aree “calde” del mondo, nonché per la decisione di impegnarsi a favore della riduzione degli armamenti, il riconoscimento ad Obama assume un valore che va oltre, dato che va sottolineato come con lui si sia avuto anche e soprattutto un modo nuovo di porsi alla gente, un modo che fa uso delle nuove tecnologie e in genere degli strumenti del Web 2.0.

È forse questo il piccolo grande segreto di questo personaggio politico, questo ci piace sottolineare al di là di quelle che possono essere le valutazioni sul suo operato politico, un segreto, che poi segreto non è, che ha visto Obama parlare ai giovani usando il linguaggio dei giovani. Per esempio, fin dalla campagna elettorale, l’allora candidato alla presidenza ha usato (fatto inedito per la politica americana e occidentale in genere) proprio YouTube quale piattaforma attraverso cui raggiungere gli elettori.

Così come ha usato YouTube per inviare un messaggio all’Iran (altra questione “calda” dello scenario politico internazionale) con l’obiettivo di raggiungere, senza filtro alcuno, direttamente la gente.

Obama non ha disdegnato nemmeno di passare qualche ora su Facebook per discutere e interfacciarsi con il pubblico, così come è stato in assoluto la prima personalità politica a capire l’importanza comunicativa di un videogame, tanto da “piazzare” un piccolo spot pubblicitario proprio nell’ambientazione di un gioco come Burnout Paradise.

In altre parole, è chiaro come con Obama la politica si è spinta al di là dei soliti scenari di dibattito e discussione, portando simili argomenti su piattaforme nuove e spesso addirittura osteggiate da diversi altri esponenti politici, riuscendo quindi a cogliere i segni dei cambiamenti e valorizzando ciò che il Web 2.0 consente: ovvero la comunicazione diretta e senza filtri con il pubblico, un dialogo costruito su base attiva (e non passiva come potrebbe essere un qualsiasi programma televisivo o un articolo di giornale) e senza intermediari che ha dato ad Obama un immagine vincente e ai nuovi media quel ruolo che essi pienamente meritano.

Valutazioni politiche a parte, è pertanto quasi spontaneo chiederci se e quando ci sarà un “Obama italiano”, ovvero un politico di nuova generazione in grado di “svecchiare” la politica nostrana e di comunicare con la gente proprio lì dove la gente si trova sempre più spesso, ovvero sul Web.

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