P2P Lending: la finanza copia la struttura del filesharing

Sempre più di frequente, si sente parlare di P2P al di fuori dei suoi confini originari. Di conseguenza, sembra che il P2P stia lentamente perdendo la propria connotazione negativa, erroneamente derivata dall’uso illegale fatto dagli utenti, per abbracciare altri obiettivi focalizzati sulle attività di tutti i giorni.

Credere che Peer-to-Peer sia unicamente sinonimo di materiale protetto da copyright scaricato illegalmente è, ormai, obsoleto. Dopo il motore di ricerca super avanzato, infatti, anche la finanza si è accorta delle potenzialità del mezzo. Nasce cosè il “P2P Lending“, il sistema di prestiti distribuito fra più creditori.

Così come per le tradizionali reti di filesharing, gli utenti del P2P Lending mettono a disposione parte del proprio denaro. La somma di tutti i microcrediti raccolti vanno a finanziare i prestiti richiesti da altri utenti nel sistema. Il tutto senza passare da un sistema centrale, in questo caso le banche, le quali hanno solo una funzione di controllo e garanzia. In questo modo, gli attori in gioco sono, fra di loro, direttamente connessi. Si tratta di un’architettura che, ai lettori di questo blog, risulterà particolarmente familiare.

Il sistema, da qualche tempo attivo nelle regioni più povere quali l’Asia, sta riscuotendo un discreto successo. Tra le varie società intermediario, ritroviamo DhanaX Information service, Lendesk Financial service Marketplace e Nanofin Enterprises.

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