Il secondo studio di Lundquist: Wikipedia può far bene alle aziende?

A meno di un anno dalla prima edizione, raccontata in questo post, è uscito il secondo studio annuale di Lundquist sulla presenza delle grandi aziende in Wikipedia.

Lundquist è una società di consulenza per la comunicazione strategica, in particolare per la online corporate communication, e la sua ricerca si concentra sulle 100 maggiori società italiane per capitalizzazione. Risulta che soltanto 57 di tali società hanno una pagina su Wikipedia in lingua inglese: ai primi posti nella classifica relativa alla cura e all’efficacia della pagina, Benetton, Fiat, Bulgari, Eni, Enel, Mondadori, Unicredit, Hera Group e Generali a pari punti, Finmenccanica e Impregilo a pari punti.

Considerando l’insieme delle aziende su cui è stata condotta la ricerca e che risultano dotate di una pagina su Wikipedia, si osserva che nel 97% dei casi nel profilo non compaiono i nomi di Presidente e CEO; nel 91% dei casi non ci sono fotografie; nel 95% dei casi non compare il Consiglio di amministrazione; inoltre mancano quasi sempre informazioni sul brand (94% dei casi) e sui risultati finanziari (96%). Oltre allo scarsissimo uso delle immagini, che potrebbero vivacizzare le pagine ed illustrare i prodotti e i lavori più rappresentativi, uno dei dati più clamorosi riguarda forse la scarsa attenzione al tema della responsabilità sociale, a cui non si fa cenno nel 99% dei casi.

Il responsabile social media di Lundquist, Eric Sylvers, sostiene che le aziende dovrebbero avere un approccio “proattivo” al Web2.0 e che non dovrebbero sottovalutare una buona presenza in Wikipedia, che oltre ad essere il sesto sito più visitato al mondo riesce spesso a collocarsi tra i primi risultati individuati dai motori di ricerca. In un certo senso, avere una buona pagina su Wikipedia potrebbe essere una mossa importante per il brand, indirettamente, per gli obiettivi di SEO.

Quanti clic ricevono le pagine inglesi su Wikipedia alle grandi aziende italiane? Con riferimento al mese di marzo 2010, ad esempio, Fiat è risultata la più cliccata con 52.587 contatti; seguono Benetton con poco più di 11.000 contatti e Bulgari, che arriva attorno ai 10.500 visitatori.

Non mancano i problemi. Visitando le pagine delle società italiane meglio posizionate, ci si accorge che la pagina di Unicredit si apre con il seguente avviso:

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L’avviso sembrerebbe risalire al dicembre 2008. Altri problemi nascono una volta fatta la pagina, poiché occorre monitorarla costantemente. Secondo uno studio riferito al 2008, risulta che nel 9% dei casi le pagine ufficiali delle società vengono modificate e corrette dai dipendenti: a volte il susseguirsi di correzioni e contro-correzioni può diventare un problema per l’immagine del brand. Entrare in Wikipedia comporta perciò l’assunzione di qualche “rischio”, ma Lundquist suggerisce che ne vale la pena, senza sottovalutare però le competenze necessarie a gestire l’iniziativa.

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