Ubuntu vede (e provvede)

Canonical ha descritto un prototipo di interazione con il sistema operativo tale per cui Ubuntu potrebbe reagire ai semplici movimenti dell'utente
Canonical ha descritto un prototipo di interazione con il sistema operativo tale per cui Ubuntu potrebbe reagire ai semplici movimenti dell'utente

Un sistema operativo pensato per reagire ai movimenti del corpo. Un sistema operativo pensato per essere proattivo, per esprimere maggiori potenzialità grazie ad una maggior adattabilità a quelli che sono gli stimoli esterni. Un sistema operativo come Ubuntu, ma pensato in stretta correlazione a quello che il rapporto tra l’uomo e la macchina.

L’idea è annunciata da Canonical. In futuro, insomma, si potrebbe avere un Ubuntu modellato su nuovi sistemi di interazione tali per cui, oltre a mouse e tastiera, anche il corpo stesso dell’utente potrebbe trasformarsi in una periferica in grado di interagire con gli oggetti sullo schermo. Inclinare la testa, allontanarsi dalla postazione, muoversi di fronte al monitor: ad ogni input corrisponde un output pensato per rendere utile l’uso della macchina in qualsiasi condizione.

Con l’ingresso sul mercato di prodotti quali Nintendo Wii, Apple iPhone e Microsoft Kinect, gli sviluppatori hanno iniziato a capire che ci sono molti modi con cui una persona può controllare un computer oltre a tastiera, mouse e schermi touchscreen. Oggi abbiamo molte altre alternative, ovviamente basate su sensori hardware […]

Canonical spiega di avere in serbo già vari progetti in tal senso e di avere intenzione di portarne avanti lo sviluppo al fine di giungere ad un nuovo tipo di computing, più libero ed istintivo, nel quale l’utente può muoversi con maggior naturalezza non adattandosi alla macchina, ma pretendendo piuttosto il contrario: è la macchina ad adattarsi all’utente, alle sue esigenze, ai suoi spostamenti.

Webcam, infrarossi ed altri sensori sono in grado di interpretare i movimenti del corpo; il sistema ha la responsabilità di interpretare i segnali in entrata; sulla base di tali segnali corrisponde una reazione standard basata sulle mutazioni del contesto. Se l’utente si allontana, ad esempio, il sistema potrebbe aumentare automaticamente la dimensione dei contenuti così da consentirne una lettura da lunga distanza; se l’utente si assenta per molti minuti, lo schermo potrebbe prepararsi in stato di idle mostrando anzitutto le notifiche intervenute nel frattempo; se l’utente si sposta le finestre potrebbero slittare sul desktop, simulando una sorta di ambiente 3D.

Le potenzialità sono ampie e questo tipo di approccio all’interazione è ad oggi scarsamente esplorato. Il team Canonical Design, semplicemente, spiega di essere al lavoro anche su questo fronte per arricchire Ubuntu di una dimensione aggiuntiva.

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