L'Italia ha voglia di innovazione digitale

Presentato a Genova il rapporto RIIR 2010, che offre uno scenario variegato dell'innovazione tecnologia in Italia.
Presentato a Genova il rapporto RIIR 2010, che offre uno scenario variegato dell'innovazione tecnologia in Italia.

Italia digitale, quale è lo stato dello sviluppo tecnologico nel Bel Paese? I risultati del Rapporto sull’Innovazione nell’Italia delle Regioni (RIIR 2010), promosso dal Centro Interregionale per i sistemi informatici, geografici e statistici (Cisis) e FORUM PA e presentato a Genova mostra situazioni fortemente contrastanti che cambiano da regione a regione.

Il digital divide, cronico peso che grava sulle capacità di crescita del nostro paese, è ancora presente e radicato: ci sono regioni come il Lazio con una copertura del 75% delle linee, mentre regioni come la Basilicata offrono uno scenario ben più negativo con appena il 34% della copertura. Regioni come Lazio, Lombardia e la Provincia Autonoma di Trento si sono dimostrate le più avanzate mentre la maglia nera spetta proprio a Molise (39%) e Calabria (36%).

Il rapporto fa giustamente luce sull’attuale situazione economica: considerata la crisi economica che ha investito l’intero globo, sembra che le politiche per l’innovazione in questo settore siano considerate un valido punto di partenza per pensare al futuro. E le regioni sono coinvolte in prima persona in questo processo.

Il mantra attorno a cui formare la nuova ondata di innovazione è «Dobbiamo fare l’Italia unita digitale». Gianni Dominici, direttore generale di FORUM PA, ha dichiarato: « Il nostro Paese ha accumulato un grave ritardo strutturale nel campo dell’innovazione, ma non tutto è bloccato: sono le regioni ad avere un ruolo attivo in queste politiche. Le iniziative sulla banda larga e quelle di e-government, per esempio, dimostrano come in Italia la vitalità provenga soprattutto dal basso. E per valorizzare queste energie vitali è necessario fare rete ».

Continua il discorso Giulio De Petra, responsabile del comitato Riir 2010: «L’arretratezza digitale italiana è opinione comune, ma l’indagine lo conferma non solo non abbiamo sviluppato l’agenda digitale, ma neanche c’è. Eppure alcune Regioni scalano le classifiche in Europa a livelli adeguati, se non addirittura eccellenti. Esiste quindi una possibilità di cooperare per progetti innovativi a livello nazionale, mutuando le piattaforme da regioni capaci di fare politiche territoriali di sviluppo. La media rispetto all’Europa è bassa, ma il problema è centrale, non regionale».

Di opinione opposta Renzo Turatto, capo dipartimento per la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e l’Innovazione: «I servizi centrali sono più sviluppati rispetto a quelli locali, perché il ministero è uno, i comuni 8000. Considerando le Regioni, verifichiamo una forte polarizzazione, che non dipende dalla posizione geografica».

Insomma, una situazione della quale, si spera, il cittadino possa trarre i massimi benefici. La digitalizzazione si traduce infatti in vantaggi per i cittadini e le imprese, ma i problemi sono tanti e noti: liberalizzazione del WiFi, diritto d’autore e appalti.

L’Italia ha soprattutto degli obiettivi prioritari, da raggiungere il prima possibile: garantire la copertura del 100% entro il 2013 e portare la banda ultra larga al 50% delle famiglie entro il 2020. Ma anche portare quanti più cittadini possibile a navigare abitualmente Internet ed usare i relativi servizi online.

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