UE, Yahoo si porta avanti con i cookie

Yahoo risponde con largo anticipo alle richieste dell'UE e introduce la possibilità di opt-out per i messaggi pubblicitari
Yahoo risponde con largo anticipo alle richieste dell'UE e introduce la possibilità di opt-out per i messaggi pubblicitari

Si è discusso nelle scorse settimane della cosiddetta Cookie Directive, normativa grazie alla quale i siti operanti all’interno dell’Unione Europea dovranno chiedere e ottenere il consenso informato da parte degli utenti prima di salvare qualsiasi informazione sul loro computer attraverso la creazione di cookie. La nuova legge, non senza suscitare critiche e perplessità, è giunta al termine del suo iter burocratico ed entrerà in vigore a partire dal 25 maggio. C’è però chi, nonostante i due mesi abbondanti che separano dalla scadenza, ha deciso di portarsi avanti: è questo il caso di Yahoo.

La società di servizi californiana ha infatti iniziato ieri a introdurre sul territorio europeo un nuovo sistema per la gestione dei cookie, in particolare quelli riguardanti la piattaforma AdChoices che gestisce i messaggi pubblicitari. Annunciata lo scorso venerdì, la novità riguarda la possibilità offerta agli utenti, tramite un pulsante posto nell’angolo superiore delle inserzioni, di ottenere informazioni riguardanti l’azienda che ha pagato lo spazio di advertising e il motivo per il quale viene visualizzato un determinato banner anziché un altro. Con un semplice click, inoltre, chiunque può chiedere l’immediata esclusione dei propri dati dagli algoritmi che gestiscono il sistema. Insomma, si tratta a conti fatti di una forma di opt-out a tutto vantaggio di una maggior consapevolezza da parte dell’utenza finale nei confronti del modo in cui la propria navigazione è tracciata, seguita ed analizzata.

Al momento della stesura di questo articolo le pagine della versione italiana di Yahoo ancora non sembrano soggette alla modifica, rendendo dunque impossibile un approfondimento della questione dal punto di vista tecnico. È invece chiaro il fatto che la società abbia scelto di introdurre la possibilità di opt-out non soltanto per andare incontro alle richieste dell’UE, ma anche per offrire ai navigatori europei una funzionalità già sperimentata con successo oltreoceano, in nome della trasparenza e della tutela della privacy.

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