Corte di Giustizia Europea: no ai filtri al P2P

Il traffico P2P non può essere filtrato, o quantomeno non senza rispettare pienamente la legge ed i diritti dell'utente.
Il traffico P2P non può essere filtrato, o quantomeno non senza rispettare pienamente la legge ed i diritti dell'utente.

Pedro Cruz Villalón: la sua firma è allegata ad un parere di grande importanza giunto sotto gli occhi della Corte di Giustizia Europea per fare il punto sull’equilibrio tra opportunità e pericoli nel filtro al traffico P2P. Il caso è quello della Scarlet Extended SA, provider secondo cui il blocco del P2P per arrestare i reati di violazione di copyright sia una misura eccessiva ed inopportuna. Sul fronte opposto la Belgian Society of Authors, Composers and Publishers (SABAM), convinta del fatto che il filtro al P2P sia invece misura sufficiente ed opportuna.

L’opinione dell’avvocato generale della Corte di Giustizia europea non è vincolante, ma è comunque di grande importanza poiché pone un equilibrato spunto analitico sulla questione ricavandone due assunti: il primo è quello per cui non si possa filtrare il traffico P2P senza limitare il diritto alla privacy ed il diritto alla protezione dei dati personali, entrambi tutelati dalla Carta dei Diritti Fondamentali; il secondo è quello per cui un filtro potrebbe essere plausibile, purché nel rispetto della legge. Non si propone una soluzione, insomma, ma si consiglia di cercare vie alternative.

Alla luce di tale indicazione la sentenza potrebbe essere opposta rispetto a quella di primo grado: non si può costringere un provider a filtrare il traffico P2P e dunque la Scarlet Extended può in tal senso veder ripristinato il proprio diritto ad offrire un pieno servizio alla propria clientela. Per contro il parere dell’avv. Villalón suggerisce tra le righe ai difensori del copyright di cercare vie alternative per trovare un plausibile compromesso tra tutela e diritto.

Il testo pubblicato sul sito della Corte di Giustizia Europeo fa riferimento al caso specifico, ma è facile operare in estensione al caso generale: ancora una volta i filtri sono considerati off-limits ai sensi della legge, eccessivamente invadenti ed indiscreti, ma soprattutto mal inseriti in contesti giurisprudenziali che non rendono armonico il tentativo anti-P2P. In assenza di un contesto legislativo che consenta un approccio standardizzato a questo tipo di limitazione, la tutela dell’utente prevarica la comunque necessaria tutela del diritto d’autore.

Di conseguenza l’avvocato generale propone alla Corte di Giustizia di dichiarare che il diritto comunitario impedisce ad una Corte nazionale di emettere un’ordinanza […] con cui si chiede ad un ISP di installare, nel rispetto dei propri utenti, in abstracto e come misura preventiva, interamente alle spese dell’internet provider, un sistema per il filtro di tutte le comunicazioni elettroniche […] al fine di identificare sul suo network la condivisione di file contenenti opere cinematografiche o audiovisive

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