Microsoft: Google non compri i brevetti Nortel

Microsoft, forte di un accordo per l'accesso ai brevetti Nortel, contesta il modo in cui tali brevetti potrebbero finire nelle mani di Google.
Microsoft, forte di un accordo per l'accesso ai brevetti Nortel, contesta il modo in cui tali brevetti potrebbero finire nelle mani di Google.

Microsoft si mette di traverso sulla strada che porta Google verso Nortel. Il gruppo di Redmond, infatti, si è dichiarato contrario al modo in cui la bancarotta Nortel sta per essere portata avanti ed in tal senso esprime tutto il proprio sconcerto per il modo in cui la proprietà intellettuale del gruppo in fallimento rischia di finire tra le mani del team di Larry Page.

Microsoft ha in essere un accordo “internazionale, perpetuo e gratuito” su ogni singolo brevetto Nortel. Ai tempi della firma (correva l’anno 2006) Microsoft spiegò che intendeva così tener lontano Google dal mondo della telefonia VoIP e dalla produttività da ufficio. E lo espresse con parole estremamente chiare: «non verranno a mangiare nel piatto dove mangiamo noi». Oggi però gli accordi di allora sono messi in discussione ed a minare le certezze Microsoft è proprio la stessa Google.

L’asta per l’appropriazione dei brevetti Nortel inizia infatti con un primo passo ufficiale: la prima offerta accettata è quella di Google, quantificata in 900 milioni di dollari. Quando ormai la scadenza per le nuove offerte si avvicina, Microsoft si unisce ad HP, Motorola e Nokia nel contestare il modo in cui la cessione sta per avvenire. Microsoft, nella fattispecie, contesta il fatto che il contratto in essere concederebbe a Google la possibilità di stralciare tutti gli accordi pregressi, ivi compreso quello stipulato da Microsoft. Il team legale di Redmond chiede invece che le posizioni precedenti possano essere garantite e che quindi i termini della cessioni cambino.

Se Google vuol far propri i brevetti Nortel, insomma, non deve però essere messo in discussione il diritto “internazionale, perpetuo e gratuito” con cui Microsoft attinge a piene mani dalla proprietà intellettuale in vendita. Se così fosse, infatti, non solo Google andrebbe a mangiare nello stesso piatto di Microsoft, ma farebbe proprio anche il piatto stesso. A quel punto per Microsoft i problemi potrebbero essere molti (soprattutto alla luce dell’avvenuta acquisizione di Skype e del potenziale che tale accordo potrebbe esprimere proprio in area business).

L’antitrust USA nel frattempo ha già espresso anzitempo le proprie preoccupazioni (tanto in relazione alla possibile acquisizione da parte di Apple, quanto alla possibile acquisizione da parte di Google) e l’operazione relativa ai brevetti Nortel potrebbe dunque già essere sotto la lente delle autorità. Microsoft, in questo caso, potrebbe avere l’antitrust dalla propria parte: la legge del contrappasso.

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