IBM, pronto un chip che simula il cervello umano

Un progetto targato IBM per la realizzazione di chip in grado di simulare il cervello umano ha dato i primi frutti, aprendo le porte ad una rivoluzione.
Un progetto targato IBM per la realizzazione di chip in grado di simulare il cervello umano ha dato i primi frutti, aprendo le porte ad una rivoluzione.

In un mondo permeato dalla presenza di calcolatori elettronici, il cervello umano risulta ancora oggi per grossa parte un mistero. Per cercare di svelarne ulteriori dettagli, ma anche per permettere una nuova evoluzione del concetto di computazione, un team di ingegneri della IBM ha lavorato per lungo tempo ad un progetto atto a realizzare un chip elettronico in grado di simulare l’attività cerebrale umana. Un progetto che, a quanto pare, ha dato i primi frutti, grazie all’annuncio da parte della società della fabbricazione di due chip in grado di offrire un primo esempio di tale tecnologia.

I due chip, realizzati con componenti a 45 nm, sono strutturati in maniera tale da riproporre in parte il complesso labirinto di sinapsi e neuroni tipico del cervello umano, con l’obiettivo di riprenderne alcune caratteristiche che, ad oggi, non risultano essere realizzabili con i classici strumenti a disposizione dell’ingegneria elettronica. Fine ultimo del progetto è quello di permettere ai calcolatori elettronici di eseguire nuove operazioni altrimenti impossibili, modellando il modus operandi dei chip sulla base delle conoscenze scientifiche riguardanti il cervello umano.

Tali chip basano il proprio funzionamento sull’implementazione di algoritmi atti a riprodurre fedelmente la comunicazione tra i neuroni attraverso le sinapsi e, a detta della società, sarebbero già in grado di rispondere egregiamente a compiti quali il riconoscimento di schemi, classificazione, operazioni di memoria associativa e navigazione. In futuro, ha spiegato poi IBM, si spera che gli studi possano condurre a nuove possibilità, permettendo di utilizzare tali chip per scopi ancora più complessi, sostituendo di fatto l’uomo in compiti in cui attualmente i calcolatori elettronici non risultano ancora in grado di rappresentare una valida alternativa, ma che richiedono particolare attenzione in termini di sicurezza.

L’intero progetto, battezzato SyNAPSE (Systems of Neuromorphic Adaptive Plastic Scalable Electronics), è nato in collaborazione con alcune agenzie statunitensi quale ad esempio la DARPA, il cui finanziamento consta di 21 milioni di dollari per contribuire alle spese necessarie durante le attività di ricerca da parte del team di ingegneri allestito da IBM per affrontare questa nuova sfida. Una sfida che secondo Dharmendra Modha, project leader del reparto ricerca di IBM, qualora dovesse essere vinta potrebbe rappresentare l’inizio di una vera e propria rivoluzione nel concetto di computer, accantonando definitivamente il modello proposto da Von Neumann agli inizi del XX secolo.

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