Gli azionisti chiedono a RIM di vendere

Parte dell'azionariato RIM chiede ai vertici del gruppo di considerare la possibilità di una cessione. O almeno della dismissione di parte dei brevetti.
Parte dell'azionariato RIM chiede ai vertici del gruppo di considerare la possibilità di una cessione. O almeno della dismissione di parte dei brevetti.

La Jaguar Financial Corp., nome elencato tra gli investitori del gruppo Research In Motion, ha chiesto formalmente al top management dell’azienda di considerare una qualche azione estrema che possa ridare valore al pacchetto azionario RIM. Tutte le opzioni sono contemplate, ivi compresa la cessione.

La Jaguar Financial Corp. ha spiegato di aver preso parola a nome di un gruppo di investitori avente in mano circa il 5% della proprietà. La richiesta è quella di istituire una commissione avente scopo specifico di valutare tutte le opzioni disponibili per ottimizzare il valore del gruppo. Quel che trapela è una sfiducia latente nelle strategie intraprese, nella convinzione per cui non sarà il mercato a ridare valore ad una azienda che non sembra trovare la via giusta per accrescere significativamente il proprio mercato anche al di fuori del solo ambito business tradizionalmente occupato.

La prima ipotesi in auge, quella più estrema e radicale, è quella della cessione: dismettere il gruppo potrebbe consentire un premio significativo nel caso in cui qualche grande produttore decidesse di far proprio il brand, i brevetti ed ogni altro asset finché il valore non sarà eroso dal tempo e dalla concorrenza. La seconda ipotesi è quella della dismissione di parte del portfolio brevetti: nel bel mezzo della guerra legale tra i grandi gruppi del mondo mobile, una cessione di questo tipo potrebbe essere monetizzata a dovere, consentendo significativi introiti che andrebbero a risanare le casse del gruppo in un momento non particolarmente roseo.

La Jaguar Financial Corp. ritiene pericoloso continuare a percorrere ciecamente la via del sistema operativo QNX perché, se il progetto non dovesse restituire i risultati auspicati, potrebbero non esserci i margini per un piano B. Il rischio è quello di giocarsi tutto e di rischiare grosso, mentre gli investitori vorrebbero veder garantiti i propri capitali. La sfiducia nei CEO Jim Balsillie e Mike Lazaridis traspare con forza, così come è evidente il timore di pericolosi contraccolpi nel momento in cui i progetti odierni andranno sul mercato.

Vendere per monetizzare, cedere per garantire: l’azionariato RIM vuole certezze.

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