Apple dona 9.000 iPad alle scuole svantaggiate

Apple regala 9.000 iPad di prima generazione alle scuole disagiate degli Stati Uniti, tra beneficenza e ritorni di marketing.
Apple regala 9.000 iPad di prima generazione alle scuole disagiate degli Stati Uniti, tra beneficenza e ritorni di marketing.

In collaborazione con Teach for America, un’associazione no profit nata con lo scopo di eliminare le diseguaglianze tra i vari istituti scolastici a stelle e strisce, Apple ha donato a ben 9.000 docenti di scuole svantaggiate altrettanti iPad di prima generazione come sostegno alla didattica e supporto alle lezioni. Una goccia nell’oceano, si dirà, ma meglio che niente.

Il divario tra le scuole d’America può essere vastissimo e sconcertante, e in molte spesso allignano violenza e degrado. Per questa ragione, in luogo di una sessione di saldi (e a esser maligni, anche per evitare di intaccare troppo il mercato di iPad 2), a Cupertino hanno deciso di donare migliaia di tablet di prima generazione a 9.000 insegnanti sparsi per 38 stati e che operano in comunità meno ricche. La email con cui è stata proposta la novità, aveva per oggetto una domanda interessante. “Cosa potrebbe fare un iPad per la tua classe e per i tuoi studenti?”

È stato letteralmente un profluvio di risposte, tutte entusiastiche:

“Katie Remington (Middlebury ’10) ha preso il suo – un modello ricondizionato che sembrava nuovo – la scorsa domenica e l’ha portato alla sua scuola di St. Louis, dove insegna nel dipartimento di scienze. “Fino a ora” ha scritto il primo giorno “ho già capito come riuscire a fargli finire prima i compiti con la promessa della cosiddetta ‘ora di iPad‘”

È ovvio che un solo tablet per aula sia decisamente troppo poco per poter registrare un impatto macroscopico sul rendimento dei ragazzi, ed è altrettanto evidente che Apple lo faccia anche per motivi di ritorno pubblicitario e di marketing, ma si tratta pur sempre di un intervento nella giusta direzione soprattutto in tempi di crisi in cui la tentazione di tagliare su istruzione e ricerca -in Italia ne sappiamo qualcosa- è forte. Insomma, siamo ancora ben lontani dall’eccellenza della iSchool, ma davvero, è molto meglio che niente.

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