USA, un virus infetta due droni

Due droni statunitensi sarebbero stati infettati da un keylogger. Nessuna informazione riguardo gli eventuali dati trafugati dagli autori del virus.
Due droni statunitensi sarebbero stati infettati da un keylogger. Nessuna informazione riguardo gli eventuali dati trafugati dagli autori del virus.

Non solo computer e server, ma anche strumenti militari: il ventaglio di possibili target per i virus diventa sempre più ampio, come dimostra l’ultimo episodio accaduto negli Stati Uniti, ove un’agenzia di sicurezza governativa ha scoperto la presenza di un virus in due droni statunitensi utilizzati in missioni di guerra in Afghanistan ed altri Paesi orientali.

I due droni, Predator e Reaper, sono stati utilizzati per le missioni previste nonostante sia stata individuata la minaccia, la quale avrebbe avuto come unica conseguenza il tracciamento di tutte le informazioni digitate sulla tastiera dei computer presenti a bordo dei velivoli a stelle e strisce nelle ultime settimane. Nessun particolare problema sarebbe tuttavia sopraggiunto a causa del virus, così come nessun dato sensibile sembrerebbe essere stato trafugato dagli autori del virus, il quale è inoltre riuscito a resistere a diversi tentativi di rimozione da parte degli addetti ai lavori.

Il tutto, però, soltanto in base alle prime ricostruzioni: il pericolo di fughe di dati resta infatti ancora elevato, essendo ignota la modalità con la quale il keylogger è stato introdotto all’interno della rete militare statunitense. Tali informazioni potrebbero esser state prelevate ed inviate silenziosamente all’esterno del network governativo americano, mettendo dunque a rischio la relativa sicurezza. L’infezione sarebbe poi avvenuta nella base militare Creech Air Force, i cui responsabili hanno preferito non commentare l’accaduto, evidenziando esclusivamente la necessità di portare avanti approfondite indagini per individuare gli eventuali colpevoli.

Allo stesso modo il Dipartimento della Difesa a stelle e strisce ha glissato sull’argomento, per evitare di fornire all’esterno informazioni sensibili che possano favorire ulteriori intrusioni nella rete privata delle forze militari americane. Quanto accaduto riporta tuttavia alla luce il problema della sicurezza in contesti delicati quale quello bellico, ove ogni informazione necessita di essere protetta al meglio per evitare catastrofiche fughe di informazioni.

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