Carrier IQ, ombre anche sull'FBI

Nuove ombre sull'operato degli enti statunitensi: l'FBI potrebbe aver utilizzato i dati forniti da Carrier IQ nella lotta al crimine.
Nuove ombre sull'operato degli enti statunitensi: l'FBI potrebbe aver utilizzato i dati forniti da Carrier IQ nella lotta al crimine.

Il caso Carrier IQ continua a coinvolgere giorno dopo giorno nomi nuovi. L’ultimo ad entrare a far parte della lista è addirittura quello della Federal Bureau of Investigation (FBI), la quale avrebbe risposto picche ad un’esplicita richiesta di fornire i documenti in proprio possesso riguardanti la scoperta che ha sconvolto nelle ultime settimane il mondo della telefonia mobile.

In particolare, la richiesta è partita mediante Muckrock, uno strumento a disposizione dei cittadini statunitensi che, sulla base del Freedom of Information Act, permette loro di accedere in maniera più semplice a dati governativi ed informazioni riservate, qualora queste non siano etichettate come “top secret”. L’FBI ha tuttavia risposto negativamente a tale richiesta, sottolineando come all’interno dei documenti in proprio possesso vi siano alcune informazioni di assoluta importanza in una serie di casi sui quali le autorità sono attualmente all’opera.

La pubblicazione di tali documenti potrebbe dunque mandare all’aria settimane di duro lavoro da parte degli agenti, anche se resta un punto interrogativo su quali siano gli obiettivi delle suddette indagini: nelle dichiarazioni ufficiali dell’FBI, infatti, non viene specificato se il Bureau stia utilizzando le informazioni messe a disposizione da Carrier IQ per risolvere casi riguardanti terze persone oppure se stia investigando sulla stessa società che produce il software presente in numerosi smartphone.

Benché il fine ultimo sia quello di rintracciare criminali, un eventuale utilizzo silente di informazioni trapelate mediante Carrier IQ getterebbe un’ombra pericolosa sull’operato dell’FBI, il quale si troverebbe coinvolto in un ciclone che ha già gettato forti sospetti sull’operato di numerosi produttori di telefoni cellulari. Lo scandalo, insomma, è destinato a vedere crescere le proprie dimensioni nel corso del tempo, con nuovi nomi pronti ad entrare a far parte di coloro che potrebbero aver spiato gli smartphone dei cittadini statunitensi mediante il suddetto software. Per motivazioni più o meno “buone”, più o meno lecite.

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