RealNetworks vende brevetti a Intel

Realnetworks vende a Intel brevetti per 120 milioni di dollari. Obiettivo: reinvestire i capitali guadagnati in nuove imprese e nuovi mercati.
Realnetworks vende a Intel brevetti per 120 milioni di dollari. Obiettivo: reinvestire i capitali guadagnati in nuove imprese e nuovi mercati.

RealNetworks ha annunciato di aver venduto a Intel una serie di brevetti già registrati e altri ancora da convalidare per un valore complessivo di 120 milioni di dollari, comprendenti anche tecnologie codec video di prossima generazione. L’accordo prevede la cessione di 190 brevetti già ottenuti e 170 richieste, cosa che ha permesso alla società di vedere il valore delle sue azioni salire nettamente nell’ultima seduta addirittura del 32%.

L’obiettivo, spiega l’azienda, è quello di investire il capitale guadagnato in nuovi prodotti e aziende e non crede che questo possa in qualche modo scalfire i suoi affari. Thomas Nielsen, amministratore delegato e presidente di RealNetwork, ha reso noto che vendere questi brevetti a Intel era necessario per sbloccare una parte del valore sostanziale e non realizzato sulle proprietà possedute. L’accordo è una grossa occasione per aumentare, come indicato, gli investimenti in nuove imprese e mercati, proteggendo nel frattempo le attività esistenti.

Se la soddisfazione da parte di Realnetworks è tutta incentrata su un punto di vista logistico ed economico, Intel può adesso mettere in cassaforte dei brevetti che le permetteranno di essere immune a eventuali attacchi legali circa l’utilizzo di determinate tecnologie. L’intento, come illustra Renee James, Vice President di Intel senior e general manager di Intel Software e Services Group, è quello di ampliare il portfolio delle proprietà intellettuali della società in modo da poter offrire soluzioni ed esperienze sempre più ricche e innovative per i propri autenti.

Una strategia aggressiva, quella dell’acquisizione di brevetti, che ultimamente è molto in voga presso le grandi società. Microsoft ad esempio negli ultimi 18 mesi ha stretto importanti accordi di licenza con i produttori di hardware che lavorano con sistema operativo Android, sfruttando al meglio i brevetti in tal senso posseduti. Google dal canto suo ha acquistato il pacchetto azionario di Motorola Mobility, portandosi a casa un numero di brevetti importante sia per sostanza che per quantità.

Insomma, gli accordi di acquisizione di proprietà intellettuali, insieme alle battaglie legali condotte nei tribunali, sono simbolo di un periodo di disordini che segue tipicamente il diffondersi di tecnologie dirompenti per il mercato. Proprio la situazione attuale del settore riguardante l’elettronica di consumo.

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