Apple e Foxconn, parla un'operaia cinese

CNN intervista un'operaia cinese, che svela le reali condizioni di lavoro all'interno delle fabbriche Foxconn.
CNN intervista un'operaia cinese, che svela le reali condizioni di lavoro all'interno delle fabbriche Foxconn.

Continuano le polemiche sulle condizioni di lavoro degli operai alla Foxconn, il principale partner di Cupertino per la fabbricazione dei più svariati device elettronici. A intervenire è questa volta la CNN, che è addirittura riuscita a raccogliere la testimonianza di un’operaia cinese, in netta contrapposizione con le dichiarazioni rilasciate sia da Foxconn che da Cupertino.

Nonostante Apple si sia unita a FLA, il The Fair Labour Project, per assicurare condizioni di lavoro dignitose per i lavoratori cinesi, qualcosa evidentemente deve essere sfuggito al suo controllo. O, forse, Foxconn potrebbe aver fornito ai media una spiegazione edulcorata di quel che succede nelle loro aziende.

CNN è riuscita a intervistare una dipendente anonima di una delle fabbriche addette alla produzione di iPad. Oltre a non aver mai visto un iPad in vita sua, “Miss Chen” – così come è stata soprannominata – descrive una situazione di sfruttamento militare, dove pare non sia possibile opporsi ai soprusi se non con la perdita del lavoro. Le donne lavorerebbero come uomini, e “gli uomini come bestie”, per un salario di poco meno di un dollaro l’ora.

«Non ce la faccio più. Ogni giorno finisco il lavoro e vado a letto. Mi sveglio la mattina e vado al lavoro. La mia routine quotidiana è diventata qualcosa di animalesco. […] Durante il mio primo giorno di lavoro, un superiore mi ha detto: “Perché sei venuta in Foxconn? Non pensarci, lascia ora!”».

L’intervista di CNN ha tuttavia sollevato la risposta di Cupertino, che continua a negare situazioni di sfruttamento eccessive in Cina:

«Ci importa di ogni lavoratore della nostra catena di fornitura mondiale. Richiediamo ai nostri fornitori di provvedere a condizioni di lavoro sicure, di trattare con rispetto e dignità i lavoratori, di utilizzare metodologie di produzione ambientalmente responsabili per qualsiasi prodotto Apple fabbricato. I nostri fornitori devono rispondere a questi requisiti se vogliono continuare a fare affari con Apple»

Di primo acchito, sembrerebbe quasi una minaccia: il polverone mediatico sollevato costringerà Foxconn a una disciplina aziendale più umana, pena la perdita del partner produttivo di maggior importanza?

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