Apple, Tim Cook e la legge dei grandi numeri

Il CEO di Apple, Tim Cook, parla del futuro dell'iPhone. La legge dei grandi numeri non rappresenta per l'azienda un problema.
Il CEO di Apple, Tim Cook, parla del futuro dell'iPhone. La legge dei grandi numeri non rappresenta per l'azienda un problema.

L’iPhone è oramai un successo a livello planetario e l’ultima trimestrale di Apple, la quale ha visto circa 37 milioni di unità vendute in 120 giorni, ne è l’ennesima conferma. Tali dati, però, rendono legittima una domanda: può il Melafonino proseguire su questi ritmi, continuando a mantenere il segno più alla voce relative al tasso di crescita rispetto al passato? Secondo Tim Cook la risposta è affermativa e la società di Cupertino farà di tutto affinché ciò avvenga.

Secondo le previsioni, infatti, il mercato della telefonia mobile continuerà ad espandersi nel corso dei prossimi anni, con cifre che raggiungeranno quota 2 miliardi di dispositivi entro breve tempo. Apple ha dunque tutta l’intenzione di sfruttare al massimo la scia positiva dell’intero mercato, approfittando di ogni possibilità che avrà di fronte per allargare la propria presenza e far sentire ulteriormente il peso dell’iPhone sull’industria della telefonia, della quale ha rappresentato il 24% nell’ultimo trimestre del 2012.

Cook, poi, ha sottolineato ancora una volta come i mercati emergenti rappresentino l’obiettivo principale per Apple nel corso dei prossimi anni, con nazioni come Brasile e Cina in rapida espansione. Che si tratti di Paesi già ricchi oppure emergenti, però, il minimo comune denominatore è la volontà da parte degli utenti di avere tra le mani il miglior prodotto esistente: non il migliore ad un prezzo economico, spiega il CEO della mela morsicata, ma semplicemente il migliore. Parole, queste, che da un lato confermano le intenzioni da parte del gruppo di alzare costantemente l’asticella della qualità complessiva dell’iPhone per mantenerlo in cima alle classifiche, dall’altro invece rappresentano una sorta di smentita indiretta circa l’eventuale rilascio di una versione low-cost del dispositivo.

A differire nei diversi Paesi coinvolti è sicuramente l’approccio con il quale Apple dovrà affrontare la commercializzazione dei device, con offerte differenti a seconda delle capacità economiche dei singoli mercati. L’azienda di Cupertino si ritiene per il momento soddisfatta per il modo in cui è riuscita ad immergersi in alcune nazioni, soprattutto nella già citata Cina, ove al paradigma degli abbonamenti prepagati è riuscita ad affiancare anche contratti a consumo, rivelatisi un vero e proprio successo sia per il gruppo stesso che per gli operatori locali.

Apple, insomma, intende sfruttare al massimo l’attuale stato di forma dei propri prodotti, i quali risultano essere in grado di influenzarsi a vicenda in termini di visibilità agli occhi del pubblico. Lo stesso Cook sottolinea infatti come il lancio dell’iPod nel 2001, con il rilascio di iTunes per Windows, abbia creato una sorta di alone in grado di far lievitare le vendite dei Mac. Allo stesso modo l’ingresso sul mercato dell’iPhone ha rappresentato per Apple un fondamentale punto in proprio favore per la distribuzione di ogni prodotto all’interno della propria linea, con iPhone, Mac ed iPad in grado di attirare i possessori di uno di essi verso nuovi device con su il logo della mela morsicata.

Un morso tira l’altro, insomma, e la legge dei grandi numeri fa il resto.

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