Su Facebook durante lo studio? I voti peggiorano

Una ricerca americana dimostra la difficile convivenza tra Facebook, mail, sms e voti scolastici: siamo meno multitasking di quanto crediamo.
Una ricerca americana dimostra la difficile convivenza tra Facebook, mail, sms e voti scolastici: siamo meno multitasking di quanto crediamo.

Compiti a casa e social network sono una cattiva combinazione se si desidera una media voto alta. Lo studio pubblicato dalla rivista Computers & Education suggerisce agli studenti che stare sui libri e al contempo aggiornare il proprio status, rispondere a un sms o ad una email potrebbe non essere una buona idea.

Sulla questione dell’effetto del multitasking sul nostro cervello si è letto tutto e il contrario di tutto: c’è chi pensa renda stupidi, chi invece considera la vita dentro il grande flusso della Rete come un passaggio evolutivo diretto a un potenziamento delle nostre capacità. Di certo, i dati emersi dall’osservazione di 1.624 studenti universitari dicono che gli esami ci rimettono.

In media gli studenti sotto osservazione nello studio hanno inviato 97 messaggi di testo e trascorso 101 minuti su Facebook ogni giorno. Gli autori Reynol Junco e Shelia Cotton sono convinti che un forte scambio input/output sia una tassa che il cervello deve pagare costantemente. Proprio come gli studi sull’uso del cellulare durante la guida hanno dimostrato che la conversazione diminuisce l’attenzione più dell’alcol, pretendere di studiare e al contempo utilizzare i nostri inseparabili device perennemente connessi alla Rete porta a performance peggiori:

«Potrebbe essere che agli studenti con voti inferiori capiti di stare di più su Facebook, ma penso che questo studio, nel contesto di altre ricerche, dimostri che si tratta di quel che stanno facendo mentre studiano e non viceversa.»

In altri termini, si vuole indicare un nesso, con una causa e un effetto – sempre molto complicato in uno studio statistico sui comportamenti umani – e non semplicemente descrivere dei dati. Se questo studio ci vedesse giusto, significa che anche i cosiddetti nativi digitali sono meno multitasking di quanto credano o vogliano far credere. Per questa ragione, il professor Junco nella sua università a Lock Haven, pur senza pretendere che i suoi studenti abbandonino smartphone e iPad, suggerisce loro di pensare bene a come stanno usando il tempo mentre si siedono in biblioteca con un libro aperto sotto gli occhi.

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