Perché l'AGCM non può oscurare Italia-Programmi

Perché Private Outlet è stato chiuso mentre Italia-Programmi è ancora online? Lo abbiamo chiesto all'Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato.
Perché Private Outlet è stato chiuso mentre Italia-Programmi è ancora online? Lo abbiamo chiesto all'Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato.

Perché Private Outlet si ed Italia-Programmi no? La domanda è lecita e ci è stata posta da molti utenti i quali, di fronte alla difformità di giudizio a cui sono andati incontro i due casi, si chiede quali principi abbiano sorretto le decisioni dell’AGCM: perché l’Autorità, di fronte a due ipotetiche truffe, ha chiuso Private Outlet mentre si è limitata a multare Italia-Programmi?

Abbiamo girato l’interrogativo direttamente presso le stanze dell’Authority, ove le due decisioni sono maturate. E possiamo pertanto ora fornire una spiegazione compiuta di quanto accaduto. Spiegazione che giunge peraltro in contemporanea alla nuova denuncia portata avanti dall’ADUC presso l’Antitrust, ponendo così le basi per un nuovo rilancio dell’attività ispettiva circa la truffa della Estesa Limited.

Le premesse sono simili: entrambi i siti sono giunti sotto la lente dell’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato in conseguenza della molteplicità delle segnalazioni inviate dagli utenti. Per la sola Italia-Programmi sarebbero stati protocollati ben 30 mila casi di utenti che si considerano truffati dal sistema e che hanno chiesto pertanto una reazione dall’alto per fermare la truffa ed abilitare eventualmente la procedura dei rimborsi. A seguito della chiusura dell’inchiesta le segnalazioni hanno però continuato a fluire, evidenziando pertanto un problema che non si è certo fermato. Qualcosa di molto simile è successo con Private Outlet, le cui indagini si sono sviluppate in conseguenza della pioggia di segnalazioni giunte da utenti insoddisfatti dell’esperienza d’acquisto conseguita.

I due casi hanno però anche un punto divergente: l’evoluzione delle due storie non è stata uguale ed il momento in cui l’Authority è intervenuta, soprattutto, è relativo a due situazioni ormai differenti.

Mentre nel caso Private Outlet si è intervenuti su di una realtà nella quale il sito Web era attore primo di un presunto illecito in pieno svolgimento, con Italia-Programmi il ritardo ha portato ad agire su di un illecito ormai evolutosi verso una nuova forma. Oggi Italia-Programmi ha infatti sul sito Web tutti gli avvisi richiesti dal Garante (con posizione, pertanto, formalmente regolarizzata), mentre le truffe vengono portate avanti in molti casi tramite posta tradizionale, spesso ai danni di utenti che in alcun modo hanno mai effettuato alcuna iscrizione sul sito stesso. Il sito non è più il fulcro della truffa, insomma, ma soltanto parte della stessa.

Questo quanto spiegatoci dall’Authority:

Intanto una premessa generale: l’Antitrust è competente a contrastare le pratiche commerciali scorrette, anche quando sono truffe che vengono comunque segnalate alla Procura della Repubblica. Detto questo l’oscuramente del sito Private Outlet è stato deciso in via cautelare perché rappresentava lo “strumento” con il quale la società metteva in atto la pratica commerciale potenzialmente scorretta.

Bloccando il sito è stato bloccata la pratica, che consisteva nella mancata consegna della merce acquistata tramite il sito e, nei casi di avvenuta consegna, nel mancato rispetto dei termini indicati al consumatore dopo l’acquisto, o in consegnato di merce diversa da quella ordinata. Alcuni segnalanti hanno fatto presente che, a fronte di proteste e reclami per il mancato invio dei prodotti ordinati, la società avrebbe fornito via e-mail un codice di spedizione di un noto corriere che avrebbe disconosciuto il codice di spedizione come proprio. Nei casi di mancata consegna, la società non avrebbe restituito gli importi ricevuti a titolo di corrispettivo e avrebbe ostacolato l’esercizio dei diritti contrattuali dei consumatori, omettendo di rispondere ai reclami inoltrati via e-mail, limitando anche l’operatività del numero telefonico dedicato al servizio clienti. Infine, la società avrebbe opposto ostacoli alla sostituzione di prodotti risultati difformi da quelli ordinati, in violazione degli obblighi di cui al regime di garanzia legale di conformità previsti a carico del venditore.

Per dare una concreta tutela ai consumatori e assicurare la sospensione della pratica, l’Antitrust, in collaborazione con il Nucleo Tutela Mercati della Guardia di Finanza, ha “oscurato” il sito. Nel caso di Italia-Programmi la pratica scorretta riguardava invece le informazioni fornite dal sito: al consumatore non veniva in alcun modo spiegato che i software da scaricare non erano gratuiti ma implicavano un abbonamento annuale. Anche in quel caso l’Antitrust ha utilizzato lo strumento cautelare intimando alla società di rendere chiara l’informazione: in effetti il sito è stato subito adeguato alle indicazioni dell’Autorità dal punto di vista informativo.

L’oscuramento del sito non si era dunque reso necessario né lo è adesso: la pratica commerciale scorretta è infatti proseguita e sta proseguendo, anche in violazione della delibera Antitrust, ma con l’invio dei solleciti via mail e via posta ordinaria, canali sui quali l’Antitrust non può intervenire. Su segnalazioni dell’Autorità peraltro anche la Procura della Repubblica di Roma ha aperto un fascicolo ipotizzando il reato di truffa. Si tratta comunque di un caso difficile perché Estesa Limited (l’azienda a cui fa capo Italia-Programmi) è dislocata alla Seychelles. Per questo le sanzioni comminate non saranno probabilmente mai incassate né gli utenti riusciranno mai ad avere indietro il proprio denaro. Il consiglio più volte ripetuto dalle associazione dei consumatori è quello di non pagare quanto richiesto dalla Estesa Limited nonostante le minacce inviate via posta elettronica e via posta tradizionale

Mentre il blocco di Private Outlet può consentire l’interruzione di un meccanismo, insomma, il blocco di Italia-Programmi non sortirebbe più alcun effetto benefico, non quantomeno sulla base di quanto raccolto in sede di inchiesta. La regolarizzazione del sito Web impedisce infatti all’AGCM di avere in mano qualsivoglia leva per porre ostruzione al sito in sé: l’inchiesta può proseguire in altri termini, al di fuori della sola realtà online, ma in questo caso le difficoltà sono legate alle rogatorie internazionali ed al fatto che la sede della Estesa Limited (l’azienda a cui fa capo Italia-Programmi) sia dislocata alle Seychelles. Stesso motivo per cui, peraltro, le sanzioni comminate non saranno probabilmente mai incassate, né gli utenti truffati riusciranno mai ad avere indietro il proprio denaro.

Il blocco di Private Outlet è stato al centro delle attenzioni nei giorni scorsi in quanto da più parti è stata ravvisata l’unicità dell’intervento (una sorta di sequestro preventivo nel quale l’autorità giudiziaria non è stata coinvolta), ma gli ambienti AGCM esprimono in tal senso piena tranquillità: il parallelismo con la discussione relativa alla possibilità di un’altra Autorità, l’AGCOM, di oscurare i siti per violazione del diritto d’autore, non avrebbe ragione d’essere perché sono diversi i valori in gioco. Nel caso dell’intervento Antitrust è stata data applicazione alle norne del Codice del Consumo in materia di pratiche commerciali scorrette per tutelare i consumatori e le aziende che operano correttamente sul mercato utilizzando gli strumenti della direttiva europea sull’E-commerce. L’Authority è comunque pronta a difendersi nel caso in cui venisse impugnata davanti al giudice amministrativo l’azione di oscuramento per contestare il diritto del Garante ad agire secondo tale procedura.

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