SMS tassati per finanziare la Protezione Civile

Il Governo sta pensando ad una tassa di 2 centesimi di euro per ogni SMS inviato: il tesoretto ricavato servirà per finanziare la Protezione Civile.
Il Governo sta pensando ad una tassa di 2 centesimi di euro per ogni SMS inviato: il tesoretto ricavato servirà per finanziare la Protezione Civile.

2 centesimi per ogni SMS inviato: è questa la nuova tassa che il Governo Monti starebbe pensando per mettere da parte i fondi necessari al finanziamento della Protezione Civile. I due ambiti non hanno ovviamente nulla a che vedere l’uno con l’altro, ma la correlazione sarà diretta a partire dal prossimo venerdì, quando il nuovo obolo sarà messo nero su bianco attraverso apposito decreto legge.

Il testo della bozza (un dl in 11 articoli) è trapelato in queste ore e pone una doppia alternativa per riempire le casse della Protezione Civile senza dover mettere mano al denaro pubblico (la diminuzione del debito, infatti, è oggi una assoluta priorità sulla quale il Governo non transige): o si aumentano nuovamente le accise sul carburante, esasperando così una situazione già di per sé piena di tensioni, oppure si impone il nuovo obolo sugli SMS per una raccolta di massa di micro-tasse da 160 caratteri.

Cita il testo:

[…] in alternativa all’aumento dell’aliquota di accisa ovvero in combinazione con lo stesso, il fondo di cui all’articolo 28 della legge n. 196 del 2009 è corrispondentemente e obbligatoriamente reintegrato, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, con le maggiori entrate derivanti dalla tassazione fino a una misura massima di due centesimi di euro per ciascuna comunicazione effettuata attraverso l’invio di brevi messaggi di testo (sms) mediante telefono cellulare, computer o siti internet gestiti dalle società telefoniche.

Sarebbero pertanto colpiti gli SMS in qualunque forma vengano inviati (da mobile come dal Web), il che farebbe probabilmente ricadere il costo sugli utenti in caso di SIM ricaricabili e presumibilmente sui carrier nel caso di abbonamenti nei quali il numero degli SMS disponibili è previsto da specifiche soglie indicate da contratto. A tal proposito il decreto precisa soltanto che gli operatori «provvedono al pagamento dell’imposta, con facoltà di rivalsa nei confronti dei clienti», ma ben difficilmente decideranno di sostenere in proprio l’aggravio senza scaricarlo quantomeno sulla clientela priva di abbonamento.

Così facendo il costo degli SMS tornerebbe a salire nonostante le pressioni della Commissione Europea ai fini di un livellamento verso il basso del prezzo delle comunicazioni (in roaming anzitutto, ma a cascata anche sui singoli mercati nazionali).

Allo stesso tempo occorre ricordare però che ci sono vari metodi estremamente semplici, e del tutto legali, di “evadere” la nuova eventuale tassa: Skype, Whatsapp ed altre soluzioni di questo tipo consentono di aggirare il salasso degli SMS delegando l’intera spesa al solo costo della connettività mobile. Possedere uno smartphone ed un abbonamento con traffico dati, insomma, è probabilmente il modo più intelligente per evitare la nuova tassa sugli SMS e migliorare al tempo stesso il proprio flusso comunicativo da e verso il mondo esterno.

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