Monti: Golden Rule per stimolare la banda larga

Mario Monti propone all'Europa di tener fuori la banda larga dal fiscal compact: non si conteggino gli investimenti nel calcolo del rapporto debito/PIL.
Mario Monti propone all'Europa di tener fuori la banda larga dal fiscal compact: non si conteggino gli investimenti nel calcolo del rapporto debito/PIL.

Mario Monti propone una ricetta propria per il problema della banda larga in Europa: la “Golden Rule“. Ricetta che, a maggior ragione, potrebbe funzionare in Italia poiché perfetta per le difficoltà che il paese sta vivendo in questa fase. La proposta deve infatti partire da due elementi antitetici: primo, il paese è in cronica difficoltà e necessita di una efficiente rete a banda larga per poter stimolare adeguatamente il PIL; secondo, il paese ha un forte debito pubblico e non può permettersi in questo momento di effettuare grandi investimenti poiché il rapporto tra debito e PIL tornerebbe a valori pericolosi.

La ricetta è di natura contabile, ma simbolicamente ascrivibile ad un occhio chiuso dell’Europa sui conti, pur se in un regime limitato e con precisi termini temporali, per consentire ai paesi interessati di fare un necessario salto in avanti senza cedere alla recessione economica. José Manuel Barroso, Presidente della Commissione Europea, e Olli Rehn, commissario al Bilancio e Affari Monetari, annuiscono: sì, si può fare. Angela Merkel e Francois Hollande saranno i prossimi interlocutori interpellati.

Per Golden Rule, Mario Monti ha inteso una sorta di eccezione che conferma la regola. La regola, confermata ed indiscutibile, è quella del “fiscal compact” con cui l’UE si è ripromessa di mantenere entro certi limiti il debito pubblico dei paesi membri; l’eccezione è quella di una deroga ai conti, così che si possano sbloccare investimenti del tutto fondamentali ai fini della crescita. Tra questi, Mario Monti ha citato in primis la banda larga, vista ormai generalmente come una necessità assoluta in grado di restituire nel tempo un forte moltiplicatore in termini di PIL rispetto a quanto investito. Gli investimenti in connettività ad alta velocità, insomma, rimarrebbero fuori dal computo generale, offrendo così agli stati maggior elasticità (per un limite di soli tre anni, sposando così l’urgenza dell’intervento e la necessità di limiti precisi alle concessioni) ed all’UE la rigidità necessaria.

Queste le parole del Presidente del Consiglio:

Per esempio, se si stabilisce che l’agenda digitale è una priorità allora per un periodo ci si può concentrare, e anche rassicurare i più scrupolosi che non ci saranno infrazioni alla disciplina. E del resto sulla broad band, per stare all’esempio, i progetti non sarebbero incoraggiati da sussidi Ue, ma incoraggiati perché non siano contati ai fini dei vincoli di Patto di Stabilità.

Monti tende pertanto la mano alla Cabina di Regia impegnata sull’Agenda Digitale, cercando per i lavori previsti una copertura extra che consenta al paese di alzare temporaneamente il rapporto debito/PIL nella piena consapevolezza del fatto che questo investimento è in grado di restituire risultati sicuri. L’importante non è infatti il livello del debito, quanto piuttosto la natura dello stesso e l’utilizzo che si fa del denaro in entrata:

[…] se un Paese ha un rapporto debito-PIL al 120% è questa l’unica cosa che conta o conta anche cosa ha fatto quel Governo negli anni con i soldi che si è fatto prestare? Io sarei contento di vivere in un Paese che ha usato ildebito per finanziare infrastrutture, piuttosto che disperdere quel denaro nel consumo pubblico.

La proposta è pertanto quello di una deroga (“Golden Rule”) al patto di stabilità (“fiscal compact”) europeo: limitare gli investimenti in questa fase sarebbe infatti un atteggiamento miope che non farebbe che rafforzare la spirale negativa dei conti pubblici, dell’innovazione, degli investimenti e della competitività. A parità di debito, quindi, l’UE deve saper valutare e differenziare la bontà degli interventi, consentendo per particolari ambiti uno sbilanciamento maggiore.

Se l’Italia vorrà uscire dalla grave situazione di difficoltà che vive in termini di banda larga, dovrà farlo con ingenti investimenti ed un forte impegno dello Stato anche in termini economici. Le grandi opere sono però un onere che l’UE, stando alle regole attuali, potrebbe impedire in termini di una eccessiva rigidità di controllo e di garanzie. Monti, pur non chiedendo di far venir meno la rigidità del monitoraggio sui conti pubblici, ha proposto altresì un regime controllato di investimento: la banda larga non può più aspettare, ma per far correre i bit occorre prima far correre il denaro. Una volta innescato il meccanismo, l’economia non potrà che trarne vantaggio.

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