Facebook apre a tutti il proprio App Center

Facebook apre a tutto il mondo il proprio App Center: raccolta di applicazioni dedicate a Facebook e raggiungibili direttamente dal social network.
Facebook apre a tutto il mondo il proprio App Center: raccolta di applicazioni dedicate a Facebook e raggiungibili direttamente dal social network.

Facebook App Center è da oggi disponibile a livello globale. I 955 milioni di utenti iscritti al canale sociale di Mark Zuckerberg potranno dunque fruire del negozio virtuale di applicazioni: la notizia è stata lanciata inizialmente da un PR dell’azienda tramite un post condiviso su Twitter e successivamente è stata riportata anche sull’apposita pagina di Facebook istituita per il servizio. L’utenza può esplorare l’App Center tramite l’apposita voce comparsa nel menu a sinistra sull’interfaccia del social network.

Trattasi di uno store di applicazioni simile a App Store di Apple e a Google Play di Google, che però si differenzia dai concorrenti per l’esclusiva disponibilità delle app che sfruttano il social network in questione. Potrà essere utilizzato sia da dispositivi con cuore iOS e Android che dal Web, dunque tramite PC, Mac e altri dispositivi che supportano un browser per la navigazione. È improntato sul sociale e consente peraltro di verificare quali software abbiano installato i propri contatti su Facebook.

Come per ogni nuova funzionalità di Facebook, l’App Center è giunto inizialmente in alcuni paesi quali Australia, Canada, India, Irlanda, Nuova Zelanda, Sud Africa, Regno Unito e Stati Uniti, e successivamente anche in Brasile, Francia, Germania, Russia, Spagna, Taiwan e Turchia. Dalle scorse ore, però, è disponibile in tutto il globo, anche se developer sembra non aver accolto benissimo tale introduzione portando sulla pubblica piazza il proprio disappunto.

Per esempio, il CEO di App.net Dalton Caldwell ha criticato moltissimo la novità del team di Menlo Park: in un post intitolato “Caro Mark Zuckerberg”, lo sviluppatore di una app per Facebook ha spiegato come la dirigenza Facebook abbia cercato di ingaggiarlo per via del fatto che stesse realizzando un software simile al suo, ma a quanto pare ha cercato di intimidirlo e non di supportare il proprio prodotto o di trovare un altro accordo.

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