USA: il governo potrà leggere le email di tutti

Una proposta di legge discussa la prossima settimana intende fornire alle agenzie governative USA libero accesso a email e altri account degli utenti.
Una proposta di legge discussa la prossima settimana intende fornire alle agenzie governative USA libero accesso a email e altri account degli utenti.

Una legge proposta per tutelare la privacy dei cittadini americani rischia di ottenere esattamente l’effetto contrario. Il senatore democratico Patrick Leahy, a capo della Commissione di Giustizia, ha sottoposto di recente al voto un testo in cui si discutono le modalità di accesso agli account personali da parte di agenzie ed enti governativi. La prima bozza deve non aver convinto qualcuno ai piani alti, tanto che le modifiche apportate sembrano andare esattamente nella direzione opposta rispetto a quanto previsto inizialmente.

La prossima settimana il Senato USA voterà il testo che, stando a quanto riferito da un collaboratore di Leahy alla redazione di CNET, metterà nelle mani di Securities and Exchange Commission, Federal Communications Commission e altre 20 agenzie governative la piena libertà di accedere a caselle email, profili Facebook, file salvati su Google Docs e messaggi privati su Twitter, il tutto senza dover richiedere preventivamente alcuna autorizzazione. FBI e Homeland Security potranno inoltre, in alcune particolari circostanze, godere di pieno accesso ai dati relativi alle connessioni Internet degli utenti senza l’obbligo di notificarlo al giudice o al diretto interessato.

Contrastanti i pareri espressi dalle parti in gioco. Se i tutori della privacy e tutti coloro che si impegnano per la difesa dei dati personali online disapprovano per ovvi motivi le modifiche introdotte, i rappresentati del Dipartimento di Giustizia a stelle e strisce ritengono che il dover chiedere autorizzazioni per l’accesso alla posta elettronica di persone potenzialmente coinvolte in un crimine rischierebbe di rallentare le indagini.

Occhi puntati sulla seduta fissata per il prossimo giovedì, dunque, per capire come il legislatore sceglierà di pronunciarsi su una questione tanto delicata. Con la sempre più capillare diffusione di servizi per lo storage online, delle tecnologie di cloud computing e dell’interazione mediante i social network, la tutela della privacy è diventata un tema delicato e talvolta spinoso da affrontare. Da una parte c’è la necessità di garantire a chi naviga un adeguato livello di protezione dei propri dati, dall’altro l’esigenza di rendere più efficace e tempestivo l’intervento della giustizia, due interessi che si trovano spesso in contrapposizione.

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