Il tira e molla tra Google e gli editori francesi

Prima di Natale Google ha proposto un accordo economico del valore complessivo pari a 50 milioni di euro su base annuale, rifiutato dagli editori francesi.
Prima di Natale Google ha proposto un accordo economico del valore complessivo pari a 50 milioni di euro su base annuale, rifiutato dagli editori francesi.

La scorsa settimana si è tornati a parlare delle pressioni esercitate dagli operatori francesi nei confronti di Google, con i primi che puntano il dito verso il gruppo di Mountain View per la quantità di traffico generato sui propri network senza che questo contribuisca economicamente al loro mantenimento. Restando all’interno dei confini del paese d’oltralpe, il motore di ricerca deve affrontare anche un’altra spinosa questione, ovvero quella relativa alle pretese avanzate dagli editori per l’indicizzazione dei propri contenuti.

Con un articolo pubblicato nel fine settimana su Le Monde, ripreso nelle ore scorse dal portale Paid Content, viene alla luce una proposta messa sul piatto da bigG prima di Natale: 50 milioni di euro su base annuale, in cambio del via libera per continuare a pubblicare titoli ed estratti delle notizie. Non c’è però stata alcuna stretta di mano, con la controparte che alza il tiro chiedendo una cifra compresa fra i 70 e i 100 milioni di euro.

Critiche da parte degli editori anche verso la formula scelta da Google per il pagamento: un terzo del totale attraverso l’acquisto di spazi pubblicitari sui siti delle testate coinvolte e il restante con una partnership commerciale riguardante l’advertising. La questione è tornata a tenere banco qualche settimana fa, più precisamente a dicembre, con la firma di un accordo tra Google e una redazione belga che ha portato il gigante californiano a sborsare circa 6 milioni di dollari.

Nel caso in cui le parti in gioco non dovessero trovare un’intesa, non è da escludere un intervento diretto da parte del governo francese, che già in passato ha parlato di una “Internet tax” con l’obiettivo di obbligare i fornitori di servizi online a supportare economicamente chi gestisce le infrastrutture dedicate alla connettività. Lo stesso potrebbe avvenire anche in ambito editoriale. Non è da escludere nemmeno che quanto sta ora accadendo in Francia possa in futuro riguardare anche altri paesi, Italia compresa.

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