Proposte di legge per fermare l'Agcom

Il network sitononraggiungibile alla Camera sulla questione diritti d'autore. Presentati due disegni di legge che sottraggono l'enforcement al Garante.
Il network sitononraggiungibile alla Camera sulla questione diritti d'autore. Presentati due disegni di legge che sottraggono l'enforcement al Garante.

Mentre al Senato si consumava un’altra pagina – forse la più incredibile – della crisi della Seconda Repubblica, in una sala della Camera dei deputati molti avvocati, specialisti, giornalisti e anche politici affrontavano un argomento concreto e di quelli importanti: la difesa del copyright nell’era del Web e la contemporanea difesa dei diritti dei cittadini. Il convegno organizzato da sitononraggiungibile.info è forse stato un po’ oscurato dalla politica nazionale, ma ha di certo contribuito a parlare del prossimo futuro e del regolamento dell’Agcom in procinto di essere applicato.

Giunti per parlarne al convegno, gli avvocati Fulvio Sarzana e Guido Scorza, oltre a tanti altri relatori, che hanno affrontato i diversi temi legati alla repressione della pirateria, ipotizzando un sistema di controllo completamente alternativo a quello immaginato dal Garante per le comunicazioni. Durante la giornata è stata in tal senso presentata una proposta di legge firmata da Francesco Palermo, del Gruppo delle Autonomie, ordinario di diritto costituzionale all’Università di Verona. Alla Camera arriverà analogo disegno di legge, annunciato anch’esso alla Sala della Mercede, che vede primi firmatari Ivan Catalano, vicepresidente della Commissione Poste della Camera dei Deputati e Mirella Liuzzi, parlamentare del Movimento 5 Stelle e componente della medesima commissione. Entrambi i disegni di legge affrontano la pirateria ma, al contrario della delibera Agcom, distinguono più chiaramente e rigidamente lo scopo di lucro dal non di lucro, salvaguardando gli utenti che attraverso l’inserimento in una UGC, di un video di pochi secondi, non commettono in realtà un illecito.

Enforcement sì, ma ad un organismo esterno

Durante il convegno sono emerse molte idee forti. La prima è da ascrivere allo spirito degli organizzatori: assegnare l’enforcement non più direttamente all’Agcom, bensì a un organismo investigativo esterno, si pensa al ministero dell’Interno, in raccordo con la magistratura. Questo per evitare che l’autorità agisca senza ricorso alla magistratura. Una battaglia a cui Fulvio Sarzana è particolarmente legato:

Quando un giudice affronta una violazione di copyright ha il tempo e gli strumenti per considerare anche il cosiddetto fair use, quelle forme di utilizzo non commerciale che depongono a favore di una depenalizzazione. Per questa ragione accompagnamo questa proposta con la separazione tra scopo di lucro e non: per diminuire la massa enorme di segnalazioni che arriverebbero e permettere una reale lotta contro la pirateria.

La proposta di Quintarelli. L’accusa di AIIP

Nella lunga sequela di annunci e interessanti proposte, è arrivata anche quella di Stefano Quintarelli, deputato di Scelta civica, esperto di queste tematiche. Anche lui depositerà una proposta di legge, sempre alla Camera, incentrata però sul follow the money, metodo col quale ci si concentra, invece che sull’utente finale, sul tracciare e seguire i soldi che vanno alle piattaforme che favoriscono la pirateria. Insomma, guarda obiettivi più grandi. Quintarelli, tuttavia, è più disposto, almeno in linea teorica, a concedere all’Agcom la validità giuridica della sua azione sul piano amministrativo per quanto concerne la segnalazione del contenuto illecito. Un altro elemento di distinzione della proposta Quintarelli rispetto alle altre – anche se non è escluso che lavorando in commissione si arrivi a un testo unificato – è l’attenzione verso il prestito delle copie digitali, che semplifichi e allarghi le maglie delle norme attuali.

Sorprendentemente, la posizione più dura è risultata essere quella della confindustriale AIIP che, pur avendo partecipato alle fasi di consultazione dell’Agcom prima della pubblicazione della bozza di regolamento, ha tuonato contro definendola «incostituzionale». Parere simile a quello di Nicola D’Angelo, magistrato ex commissario Agcom, che ha espresso perplessità sulla competenza giuridica dell’authority in merito al potere investigativo e giudiziario che il regolamento le concede.

A fine mese un nuovo incontro

Sarzana, a fine giornata è soddisfatto del convegno e dà appuntamento a fine mese:

Ci ritroveremo in sala delle colonne, dove tireremo le fila. In quella occasione, spingeremo per una risoluzione parlamentare che fermi l’Agcom e restituisca al dibattito politico una materia così delicata. Rispetto ai tempi della petizione, ci sono due ragioni in più per chiederlo: c’è ancora un governo, si è rinnovata una stabilità parlamentare, e la giornata di oggi ha mostrato un fronte comune e trasversale, persino europeo, preoccupato per le conseguenze del possibile varo del nuovo regolamento AgCom.

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