Cisco e Messagenet sconfitti sul caso Skype

L'accusa di Cisco e Messagenet contro Microsoft in relazione all'acquisizione di Skype è destinata a decadere: l'UE non ravvede problemi nell'operazione.
L'accusa di Cisco e Messagenet contro Microsoft in relazione all'acquisizione di Skype è destinata a decadere: l'UE non ravvede problemi nell'operazione.

Microsoft può festeggiare: la causa intentata da Cisco e dall’italiana Messagenet presso l’antitrust europea, e finalizzata a chiedere la revisione dell’acquisizione di Skype da parte del colosso di Redmond, non avrà seguito. Secondo la Commissione Europea, infatti, l’operazione rientra appieno nelle regole comunitarie e non può pertanto essere soggetta a revisione alcuna.

I timori di Cisco e Messagenet sono ovviamente fondati, ma evidentemente non supportati dal favore delle regole comunitarie. Secondo l’accusa, portare Skype nelle mani di Microsoft implica una concentrazione eccessiva di potere di mercato, regalando a Skype ed alla parte acquirente un vantaggio competitivo che diventa ostacolo per l’intera concorrenza. Secondo Cisco l’abuso di posizione dominante sarebbe superato se l’Europa imponesse a Skype l’apertura dei propri canali di comunicazione all’esterno, consentendo quindi ad altri servizi di interfacciarsi con l’utenza Skype e viceversa.

Per Cisco e Messagenet trattasi di una sentenza che taglia le gambe al tentativo di ostacolare l’operazione: l’accusa ha ora come unica possibilità quella di ricorrere alla Corte di Giustizia europea, tentando così di far valere le proprie ragioni su di un piano differente da quello valutato dall’antitrust.

L’UE, notoriamente dura con Microsoft in conseguenza degli attriti consumati in passato in seno all’abuso di posizione dominante con Internet Explorer e Windows Media Player, in pochi giorni invia a Redmond due buone notizie: prima il lasciapassare sull’acquisizione di Nokia ed ora il reiterato semaforo verde sull’acquisizione di Skype.

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