Un chip nel corpo come contraccettivo del futuro

Entro il 2018 arriverà un microchip impiantabile nel corpo che permetterà alle donne di controllare, con un telecomando, la propria fertilità.
Entro il 2018 arriverà un microchip impiantabile nel corpo che permetterà alle donne di controllare, con un telecomando, la propria fertilità.

In futuro una donna potrebbe utilizzare un microchip impiantato nel suo corpo per controllare, in modalità wireless, la sua fertilità. Trattasi di una nuova soluzione che potrebbe rivoluzionare i metodi contraccettivi attuali e offrire una maggiore sicurezza a milioni di donne nei paesi in via di sviluppo, un minor tasso di mortalità infantile e anche di povertà.

Secondo l’OMS, 222 milioni di donne nei paesi in via di sviluppo hanno una gravidanza in quel momento indesiderata, che vorrebbero in seguito oppure che non desidererebbero proprio, ma non hanno accesso ai metodi contraccettivi. Solo nel 2012 circa 80 milioni di donne nel mondo hanno avuto una gravidanza non pianificata, e un quarto delle stesse ha richiesto un aborto non sicuro, come sostenuto dalla fondazione Gates.

Il nuovo microchip potrebbe dunque superare le barriere di accesso e di utilizzo. Dopo esser stato impiantato nel corpo attraverso una semplice procedura che sarà possibile effettuare in poliambulatorio, il chip rilascia un farmaco contraccettivo e può esser attivato e disattivato con un solo telecomando wireless, senza fili. L’idea di un controllo wireless su un impianto sottocutaneo porta però con sé inevitabili preoccupazioni sulla sicurezza, dato che qualsiasi dispositivo connesso può esser potenzialmente violato.

Gli attacchi diretti sui dispositivi medici sono comunque molto rari, inoltre il presidente e COO di MicroCHIPS – la società che ha ideato il microchip contraccettivo – spiega di aver «progettato il prodotto con la sicurezza in mente». In pratica tale soluzione integrerà misure di sicurezza fisiche e digitali e potrà ricevere i comandi da un telecomando situato entro un raggio di pochi centimetri, il che significa che deve esser molto vicino alla pelle del paziente. Un hacker dovrebbe dunque toccare fisicamente il soggetto per poter raggiungere il dispositivo, dunque dovrebbe trattarsi di una soluzione molto sicura.

Il microchip sarà impiantato in futuro nelle parti molli del corpo umano e sarà tanto resistente da non rompersi nemmeno in caso d’incidente, sostiene il suo ideatore. La fondazione Gates ha donato quasi 5 mila dollari per il progetto, insieme ad altri donatori e investitori. Il sistema potrebbe raggiungere il mercato prima del 2018.

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