Che numeri a Maker Faire

Quasi centomila visitatori alla Maker Faire, seconda edizione della manifestazione capitolina che guarda alla terza rivoluzione industriale.
Quasi centomila visitatori alla Maker Faire, seconda edizione della manifestazione capitolina che guarda alla terza rivoluzione industriale.

Cala il sipario sulla settimana dell’innovazione a Roma, con al centro una Maker Faire che ha concentrato l’attenzione generale verso gli inventori e gli artigiani innovativi. I risultati sono stati da record: 90mila visitatori ad ammirare 600 invenzioni da tutto il mondo, in larga parte pensate e progettate da giovani maker poco più che ventenni.

La manifestazione capitolina è stata un successo. La Maker Faire è stata salutata da Jeremy Rifkin come «l’inizio di un lungo viaggio per ripensare gli attuali modelli produttivi, la democratizzazione della manifattura». Manifattura che rappresenta, in particolare in Italia, il comparto più importante per il prodotto interno lordo, ma che ha bisogno di un forte impulso per trovare nuove strade, entrare in altri mercati, produrre cose più nuove e desiderabili. Senza le quali non ci sarà mai crescita economica. Anche per questo la manifestazione è stata promossa da Asset-Camera, l’azienda speciale della Camera di Commercio di Roma.

I numeri di Maker Faire

Con 90mila presenze totali, 360 laboratori, allestiti in un’area kids di 2000 mq, dove 15mila bambini si sono divertiti a costruire lampade, a familiarizzare con fili e batterie per realizzare circuiti elettrici, ad assemblare mini-robot o ad auto-costruirsi un video-game, la seconda edizione di Maker Faire è certamente segnata dal rapporto coi minori.

Tremila di loro hanno potuto partecipare ai 120 workshop di un’ora e mezza andati esauriti già nei primi giorni di iscrizione. I più grandi, invece, hanno potuto progettare stazioni climatiche per il controllo dell’ambiente (umidità, livelli di co2, temperatura, pressione) mettendo in comunicazione i dati fisici con una piattaforma web; conoscere la tecnologia wearable, a cominciare dai tessuti interattivi per numerose applicazioni.

Spazio naturalmente anche alla stampa 3D (grande protagonista dell’edizione 2013). Si sono stampati migliaia di oggetti dalle centinaia di stampanti presenti che, seppure note anche al grande pubblico, hanno stupito per l’amplicamento dei settori, come il food. Nessuno poteva immaginare si potessero stampare cioccolatini o pizze.
Migliaia anche i kit venduti allo store di Arduino, secondo la filosofia per cui maker non si nasce, ma si diventa.

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