NanaBianca: la concretezza dei sogni

StartupBus ha fatto tappa a Firenze, ove NanaBianca ha spiegato come i sogni delle startup debbano basarsi su metriche e parametri estremamente concreti.
StartupBus ha fatto tappa a Firenze, ove NanaBianca ha spiegato come i sogni delle startup debbano basarsi su metriche e parametri estremamente concreti.

A Firenze non c’è soltanto la Leopolda: nelle stesse ore il team dello StartupBus ha fatto tappa presso la sede di NanaBianca in uno dei momenti probabilmente più strategici per il futuro delle idee in viaggio. L’appuntamento ha infatti significato anzitutto un feroce bagno di realtà, dove le idee sono state scosse con forza per stimolare quei gruppi ove uno scarso spirito critico non ha consentito una sufficiente crescita del progetto durante le ore di lavoro comune.

La presentazione del mondo di NanaBianca è nelle mani del co-fondatore Alessandro Sordi (co-founder), il quale dipinge un quadro nel quale occorre sgombrare il campo da ogni superficialità: per fare emergere un’idea e sviluppare un progetto di mercato, infatti, è necessario basarsi su progetti estremamente concreti nei quali la parola d’ordine dev’essere la metrica.

Ford per StartupBus

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L’importanza della metrica

Il concetto di “metro” è nato nel momento in cui si è reso necessario uno standard comune sul quale misurare le lunghezze. Per il mondo delle startup deve valere il medesimo approccio: la metrica è l’insieme dei parametri sui quali misurare l’idea e il progetto. Elementi quali il costo di acquisizione degli utenti, insomma, devono divenire il pane quotidiano di chiunque voglia fare impresa attorno alla propria idea, poiché soltanto applicando la visione alla stretta realtà consente di capire realmente potenzialità e obiettivi.

I parametri applicati da NanaBianca nel giudizio delle startup incontrate sono pertanto fortemente restrittivi, basati sulle reali opportunità valutate attorno a canoni standard che vanno oltre la semplice bontà dell’intuizione. Applicando tali parametri alle prime idee maturate sullo StartupBus si è reso evidente come non tutti i team abbiano abbracciato un sufficiente senso critico nei confronti delle proprie creazioni: poche domande hanno messo in evidenza importanti punti di debolezza o evidenti discrasie nella visione di partenza. Al cospetto dell’occhio attento di NanaBianca, insomma, i pitch hanno evidenziato forti problematiche, che i gruppi hanno la possibilità di smussare e risolvere nei chilometri restanti tra Firenze e Milano prima, nonché tra Milano e Vienna poi.

La capacità di elaborazione dei team dipenderà in buona misura dalla capacità dei singoli di metabolizzare i feedback ricevuti, cogliendoli come opportunità di crescita e non soltanto come critica dalla quale difendersi. Il poco tempo a disposizione delle singole squadre costringe tutti a lavorare interiorizzando qualsiasi input ricevuto, poiché solo facendo tesoro di qualsiasi indicazione è possibile esplodere l’idea di partenza per maturare una crescita reale.

La seconda giornata dello StartupBus conferma pertanto il proprio baricentro sul concetto di concretezza: l’utilità del talento ispirata dalla tappa de L’Aquila prima, il richiamo ad una critica obiettività presso Firenze poi. Per prendere il volo, del resto, occorre anzitutto partire con i piedi ben saldi per terra.

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