Canon LEGRIA: un test lungo un viaggio

Una settimana in viaggio con una Canon LEGRIA HF R56 ed una Canon LEGRIA mini X: il resoconto di un test che ha messo alla prova le due videocamere.
Una settimana in viaggio con una Canon LEGRIA HF R56 ed una Canon LEGRIA mini X: il resoconto di un test che ha messo alla prova le due videocamere.

Una Canon Legria HF R56 in una tasca, una Canon LEGRIA mini X nell’altra. Un cavo USB comune sempre a disposizione e nessun caricatore se non nel bagaglio. E si parte.

C’è un viaggio da documentare. Condizioni di lavoro complesse all’interno di un bellissimo progetto, ove maneggevolezza, leggerezza e minimo ingombro diventano fondamentali. Impossibile rinunciare alla qualità, inoltre, benché l’obiettivo non sia quello di raggiungere i livelli di un service video professionale. Non c’è da documentare un dettaglio, ma c’è un racconto da accompagnare: una missione professionale che molto in comune ha con la tradizionale ripresa tra le mura domestiche, ove le immagini sono testimonianza e il dettaglio è affidato alla memoria che imprime emozioni nella mente.

Partenza a Napoli, arrivo a Vienna: un Surface nello zaino, due videocamere in tasca, uno smartphone a portata di mano: con questo tipo di attrezzatura si può affrontare la sfida di un bus pieno di ragazzi e idee, ma anche una grande platea pronta a giudicare le idee stesse, ed infine le notti di lavoro tra strada, hotel, ostelli e giardini. Questo il contesto, insomma, nel quale la nostra redazione ha avuto la possibilità di testare le due videocamere Canon per giudicarle alla prova dei fatti, lasciando che la casualità degli eventi dettasse l’agenda del test.

Canon LEGRIA HF R56

La descrizione fornita dal produttore ci ha convinti sia prima del test, che dopo la prova stessa: «Compatta e versatile, la videocamera LEGRIA HF R56 con Wi-Fi offre tutti gli strumenti necessari per creare e condividere splendidi filmati Full HD. Esegui il monitoraggio, lo streaming e la registrazione di immagini dal vivo in remoto da qualsiasi luogo, usando uno smartphone o un tablet». Le capacità integrate in questa ultracompatta l’avevano identificata come strumento ideale per la missione da compiere ed alla prova dei fatti le promesse sono state tutte mantenute.

Compatta e versatile: vero. Durante l’intero viaggio la videocamera è stata sempre ad immediata disposizione grazie al comodo posizionamento in una tasca, con facile impugnatura ed avvio immediato per riprese istantanee. Accensioni e spegnimento sono elementi che “scompaiono" nella pratica: è sufficiente aprire o chiudere il pannellino laterale con il monitor LCD per abilitare o inibire le riprese, con tanto di accensione e spegnimento automatici. Questione di un secondo e il dispositivo è pronto alle riprese: la velocità d’azione è tanto evidente che l’automatismo porta a dimenticare l’apertura dell’obiettivo tramite l’apposita leva. Il ritardo nell’acquisizione delle immagini è stata il più delle volte, non a caso, responsabilità della persona e del suo tasso di attenzione, più che di ostruzioni addebitabili al device.

Gli strumenti di ripresa, sia sulla videocamera che sull’interfaccia video, sono estremamente comodi, consentendo una forte velocità di accesso alle varie opzioni in linea con quelle che sono le finalità progettuali di una videocamera di questo tipo. Unica possibile sbavatura è sulla scarsa morbidezza di entrata dello zoom, la cui velocità non è semplice da calibrare affidandosi alla sensibilità del dito sullo scorrimento.

L’inserimento della scheda SD è comodo ed è possibile anche gestire da menu lo switch automatico tra la memoria interna (già capiente di per sé: 8GB) e la memoria su card; al fine del comodo trasferimento delle immagini tra più dispositivi, anche in assenza di cavi è possibile comunque esportare le immagini da memoria interna grazie alla trasposizione automatica dei file sulla SD Card in caso di necessità.

Il sensore CMOS da 1/4,85" da 3,2 megapixel previsto nella videocamera si è dimostrato all’altezza anche in condizioni di scarsa luminosità, ove da una compatta di questo tipo ci si aspetterebbero immagini di minor qualità: la scheda tecnica indica in 4 lux la luminosità minima per il dispositivo, con una “Modalità notturna" in grado di arrivare anche a 0,4 lux). Del tutto soddisfacente anche lo zoom (ottico 32X; avanzato 57X; digitale 1140X): addirittura eccessivo in ambienti interni, di grande potenzialità su panorami di lunga gittata. Importanti risultati sono infine dimostrati dallo stabilizzatore ottico dell’immagine, elemento che durante le nostre prove è stato messo a dura prova in seguito alle molte riprese di movimento effettuate.

Una SD Card da 16GB e la semplice batteria in dotazione sono state più che sufficienti per la registrazione di ore di filmato, a cui si sono aggiunte le visualizzazioni e la post-produzione con trasferimento dei file su PC. Tali capacità hanno pertanto reso l’uso della videocamera del tutto privo di frizioni, il che era esattamente quanto cercato e auspicato: uno strumento agile e comodo, che potesse abbattere qualsiasi ostacolo pur garantendo dimensioni e leggerezza estreme. Obiettivo raggiunto.

Canon LEGRIA mini X

Compatta e versatile anche in questo caso, ma con alcune peculiarità assolute a rendere la LEGRIA mini X un elemento a sé stante, complementare a qualsiasi altra videocamera e per questo motivo scelta come compendio alle realizzazioni ottenute con la LEGRIA HF R56.

La prima caratteristica è l’obiettivo ultragrandangolare a 170 gradi con i quali è possibile riprendere scene estremamente ampie con una sola inquadratura, ottenendo effetti scenici del tutto caratteristici e senza alcun compromesso in termini di qualità. La qualità della ripresa trova anzi un plus nel doppio microfono anteriore grazie al quale registrare input audio con qualità CD.

La seconda caratteristica che distingue completamente la LEGRIA mini X dalle videocamere tradizionali è nel monitor a doppia cerniera, orientabile a piacimento per qualsiasi utilizzo e qualsiasi posizione; sebbene questo tipo di funzione sia utile anche per riprese selfie, nel nostro caso è stata utilizzata soprattutto per riprese dall’alto o dal basso, consentendo una visione comoda del soggetto anche quando la posizione di ripresa non è esattamente quella tradizionale. E non lo è nemmeno l’impugnatura: la videocamera, sviluppata strutturalmente in senso orizzontale, può essere tenuta sia con due mani che in un solo palmo, ma comunque senza la tradizionale e salda chiusura a pugno con tanto di laccio di sicurezza (il che in certi casi fa sentire poco rassicurati sulla capacità effettiva di evitare cadute del device). Estremamente comodo è il cavalletto inferiore, solido e fermo, che consente di orientare l’angolo di ripresa qualora la videocamera venga appoggiata su un tavolo.

Il comando di avvio delle registrazioni è posizionato intelligentemente nella parte anteriore, laddove le dita devono essere per forza per garantire una impugnatura salda del device; la parte restante dei comandi è disponibile sul display touchscreen, sul quale lasciare inevitabilmente innumerevoli segni di impronta digitale. Disponibili sul lato destro anche lo spazio per un auricolare e un microfono, il che ben fotografa il particolare contesto della videocamera per un utilizzo da primo piano per interviste o “selfie" da caricare online.

L’esperienza

Entrambe le videocamere hanno funzioni di controllo remoto (tramite Wi-Fi) che ne consentono anche utilizzi differenti, ad esempio con finalità di monitoraggio a distanza. La versatilità premiata durante i nostri test, insomma, vanno anche oltre, sconfinando in modalità d’uso che aprono ad ulteriori contesti sui quali non abbiamo riscontro.

L’esperienza della nostra redazione si è infatti limitata all’uso delle due videocamere Canon per la testimonianza di un lungo e intenso viaggio, componendone a seguito una serie di montaggi per la testimonianza dell’esperienza vissuta. Questo uno dei filmati realizzati (con qualità dell’immagine ridotta per consentire un miglior flusso streaming):

La sensazione ricavata è quella di aver in mano prodotti non soltanto validi, ma anche progettati con coerenza attorno ad un’idea forte: entrambi i device hanno risposto alle aspettative (che vanno ponderate al prezzo limitato dei due dispositivi) dimostrandosi estremamente efficaci e talmente maneggevoli da essere utilizzate in certi casi addirittura in contemporanea, una per mano.

La Canon LEGRIA mini X, in particolare, si è dimostrata estremamente eclettica (disponibili anche sistemi di registrazione con filtro, così da poter ottenere filmati da caricare direttamente su YouTube senza dover passare tramite alcun sistema di postproduzione), ma probabilmente non adatta per una narrazione home video classica a causa della particolare ottica ultragrandangolare offerta. Una videocamera molto originale, insomma, ma il cui orizzonte è inversamente proporzionale alla sua ottica: adeguata per piccole nicchie di utilizzatori, ma le cui potenzialità possono restituire risultati di alto calibro.

La Canon LEGRIA HF R56, invece, ha svolto la gran parte del lavoro dimostrandosi perfetta per le finalità preposte ed estremamente versatile per un utilizzo in qualsiasi condizione. Ottima per un contesto home video e per l’ambito amatoriale, insomma, ove la molteplicità delle funzioni disponibili può apparire addirittura eccessiva.

La commistione delle due offerte è stato un mix esaltato dalle difficili condizioni operative, nelle quali la rapidità di esecuzione e la difficoltà delle riprese ha consentito di trovare la soluzione ideale sempre e comunque. Facendo pertanto delle due videocamere due compagne ideali che Webnews ha potuto portare in tasca per una settimana scontando ingombro e sovrappeso del tutto insignificanti.

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