AGCOM: in Italia boom della banda larga mobile

Secondo i nuovi dati dell'osservatorio trimestrale delle telecomunicazioni di AGCOM, vola la banda larga mobile ma calano le linee fisse
Secondo i nuovi dati dell'osservatorio trimestrale delle telecomunicazioni di AGCOM, vola la banda larga mobile ma calano le linee fisse

In Italia cresce molto forte la banda larga mobile mentre continua la flessione delle linee fisse. Questi, in sintesi, i risultati che emergono dall’osservatorio trimestrale delle telecomunicazioni di AGCOM aggiornato con i dati di settembre 2014. Lo studio pone come prima cosa un confronto con il mercato europeo. AGCOM, sottolinea come, con riferimento al valore medio dei prezzi degli altri principali paesi europei, il dato dell’Italia risulta allineato nei servizi di rete fissa tradizionali ma più alto nei servizi broadband. Tuttavia, l’Italia presenta valori superiori alla media degli altri paesi per le offerte voce e dati, ma nettamente inferiori per le connessioni mobili “solo dati”.

Per quanto riguarda, nello specifico, gli accessi su rete fissa, su base annua, si osserva un calo degli accessi complessivi di circa 560 mila linee (- 1,1 milioni negli ultimi 2 anni). Negli ultimi due anni, le linee di Telecom Italia si riducono di circa 1,5 milioni. Di queste, solo 400 mila (poco più del 25%) sono “recuperate” dagli OLO. Con riferimento alle quote di mercato, Telecom Italia negli ultimi dodici mesi perde l’1,7%, collocandosi al 61,3%. Fastweb invece conferma il trend di crescita avviato da tempo e raggiunge il 10% (+0,9% su base annuale). Da segnalare un certo dinamismo dei servizi FWA (fixed wireless access). AGCOM sottolinea, infatti, come abbiano superato le 500 mila linee, dove Linkem (41,9%), NGI (28,9%) e Aria (24,5%) sono i principali protagonisti.

Sul fronte accessi a banda larga da rete fissa, negli ultimi dodici mesi, la crescita degli accessi a larga banda è valutabile intorno alle 290 mila unità (+30 mila accessi da giugno), tuttavia, da inizio anno, gli accessi xDSL mostrano una flessione per circa 170 mila. Gli accessi che utilizzano altre tecnologie hanno quasi raggiunto 1,2 milioni, grazie alla crescita da inizio anno delle linee FWA (+104 mila) e di quelle NGA (+277 mila). Queste ultime, con una consistenza di 640 mila unità, rappresentano il 4,5% delle complessive linee a larga banda (2,3% nel settembre 2013).

La quota di mercato di Telecom Italia si riduce su base annua dello 0,8%, portandosi al 48,7%. Anche Wind perde quote di mercato (-0,7%) scendendo al 15,2%. Se ne avvantaggiano Fastweb e Vodafone (per entrambe +0,5%) e gli operatori minori, rappresentati in larga parte dai fornitori di servizi FWA (+0,6%).

Sul fronte telefonia mobile, a fine settembre, la customer base complessiva mostra su base trimestrale una flessione nell’ordine di 1,2 milioni di SIM. La riduzione delle linee mobili si attesta a -2,7 milioni su base annua, valore risultante da una flessione di 4,4 milioni per gli MNO e da una crescita di 1,7 per gli MVNO. Si registra una marcata riduzione della quota di Vodafone (-2,1%) a vantaggio degli MVNO (+2,9%), mentre la riduzione registrata da Telecom Italia (-0,4%) è compensata dalla crescita di H3G (+0,5%).

Da sottolineare come nel segmento residenziale i tre principali operatori hanno quote simili: Vodafone (30,0%), seguito da Telecom Italia (29,8%) e Wind (28,1%). Per quanto riguarda gli operatori virtuali, gli abbonati MVNO con quasi 6,7 milioni di linee mostrano, su base annua, una crescita di 1,68 milioni, attribuibile per circa la metà a Lycamobile che, entrato sul mercato a inizio anno, con il 12,5% si conferma secondo operatore. Poste mobile, con il 47,8% del mercato, perde il 7,2% rispetto al settembre 2013, ma recupera rispetto a giugno (+0,4%).

Continua invece il boom della banda larga mobile. Secondo il rapporto dell’AGCOM, le SIM che hanno effettuato traffico dati hanno raggiunto i 42 milioni (+18% rispetto al settembre 2013) e negli ultimi due anni sono passate dal 29% al 44% circa della customer base complessiva. Le SIM “solo dati” si riducono del 4,8%, mentre crescono in modo considerevole quelle per le quali è prevista la sottoscrizione di uno specifico “piano dati”. Da inizio anno il traffico dati è cresciuto del 45,5%, in misura superiore a quanto corrispondentemente osservato lo scorso anno (+33,7%).

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