La radio batte le piattaforme di streaming

La classica radio batte le piattaforme di streaming: è questo il risultato di una ricerca, pubblicata negli Stati Uniti da Billboard, sugli ascoltatori.
La classica radio batte le piattaforme di streaming: è questo il risultato di una ricerca, pubblicata negli Stati Uniti da Billboard, sugli ascoltatori.

In universo sempre più declinato alla fruizione digitale, gli utenti preferiscono la radio. È questo il risultato di una ricerca condotta da Morning Consult, e pubblicata da Billboard, in base alle modalità di fruizione più gradite dagli ascoltatori. Le classiche stazioni FM, infatti, sembrano superare abbondantemente la moltiplicazione delle piattaforme e dei servizi di streaming: un periodo in controtendenza, quello in corso, considerato come solo pochi giorni fa l’acquisto di vinili abbia battuto, in termini di guadagni, quello dei download digitali.

La ricerca è stata condotta su un campione rappresentativo di 2.000 adulti, ai quali è stata sottoposta una survey per comprendere le loro abitudini d’ascolto. Dai dati, è emerso come il 37% degli intervistati ricorra alla radio come prima fonte di approvvigionamento musicale, seguiti da un 17% di affezionati a Pandora, un 15% legato all’acquisto di brani musicali e un 9% di fedeli a Spotify. Di tutti gli utenti attivi, il 32% conferma di ascoltare la radio più di una volta al giorno, il 19% almeno una volta nell’arco delle 24 ore e il 16% più volte nel corso della settimana. La preferenza della radio, tuttavia, potrebbe essere legata anche al fattore età: la modulazione di frequenza conquista soprattutto la fascia dai 30 ai 54 anni, mentre le generazioni più giovani tendono a concentrarsi sullo streaming.

Lo studio ha quindi raccolto alcuni interessanti dati demografici sul profilo dell’ascoltatore tipo di musica. La maggior parte degli streamer non usa Apple Music (69%), Spotify (65%) o Pandora (45%). Fra coloro che si collegano ai servizi di streaming almeno una volta al giorno, inoltre, Apple Music, Spotify e Pandora conquistano soprattutto la fascia tra i 18 e i 29 anni, con percentuali rispettivamente dell’11, del 20 e del 22% sul totale dei loro abbonati. Pandora, tuttavia, si distingue dagli altri servizi per una presenza comunque costante di abbonati più grandi: il 15% degli iscritti è nella fascia 30-44 e l’11% tra i 45 e i 54 anni.

Sul fronte dell’influenza e l’acquisto di musica, infine, sembrano prevalere i canali classici di promozione, nonché i tradizionali eventi musicali. Ad esempio, è emerso come il 45% degli ascoltatori sia più incline ad ascoltare un brano o un’artista in caso di nomination ai Grammy, mentre il 32% ammette come una nomination ai Grammy renda più probabile l’acquisto di un brano.

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