Il cloud di Google in Cina grazie a Tencent?

Indiscrezioni su possibili partnership siglate da Google con realtà cinesi al fine di offrire i propri servizi legati al cloud nel paese asiatico.
Indiscrezioni su possibili partnership siglate da Google con realtà cinesi al fine di offrire i propri servizi legati al cloud nel paese asiatico.

Per capire quanto il business legato alle infrastrutture e ai servizi cloud sia divenuto importante per Google nel corso degli ultimi anni è sufficiente dare uno sguardo ai risultati finanziari della parent company Alphabet relativi all’ultimo trimestre. Sebbene i proventi che arrivano dall’advertising online continuino a rappresentare la fetta più grande degli introiti, i servizi basati sulla “nuvola” stanno progressivamente incrementando la loro portata.

Non stupisce dunque che il gruppo di Mountain View voglia raggiungere nuovi territori e nuovi potenziali clienti, guardando con interesse a un paese tanto grande, popolato e in crescita come la Cina. Nel fine settimana è comparsa sulle pagine del sito Bloomberg un’indiscrezione secondo la quale bigG sarebbe in procinto di siglare partnership con realtà locali come Tencent, Inspur e altre proprio a tale scopo. Un’ennesima testimonianza, se confermata, di come l’azienda californiana abbia intenzione di tornare a operare in modo massiccio nel territorio, dopo svariati anni di assenza dovuti alla non volontà di sottostare alle imposizioni del governo di Pechino.

Proprio nei giorni scorsi si è parlato di altri due progetti presumibilmente messi in cantiere da Google e sempre destinati al mercato cinese: una versione modificata ad hoc del motore di ricerca in grado di filtrare i contenuti non graditi alle autorità e un aggregatore per le notizie sviluppato per fare altrettanto. Per entrambi il debutto ufficiale potrebbe avvenire entro i primi mesi del prossimo anno.

Dunque bigG vorrebbe offrire agli utenti e ai professionisti cinesi servizi come Drive e Docs, ma per farlo ha bisogno di operare dall’interno del paese con data center e server locali, poiché le normative vigenti obbligano alla conservazione dei dati entro i confini nazionali. Da qui l’esigenza di siglare partnership e collaborazioni con realtà del territorio. Al momento nessuna delle società coinvolte ha confermato (né smentito) l’indiscrezione.

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