La Corea del Sud punta sulla blockchain

La Shinhan Bank della Corea del Sud sta per lanciare una piattaforma di scambio basata sulla blockchain nonostante i timori sulla sicurezza informatica.
La Shinhan Bank della Corea del Sud sta per lanciare una piattaforma di scambio basata sulla blockchain nonostante i timori sulla sicurezza informatica.

La seconda banca più grande della Corea del Sud sta per lanciare un sistema basato sulla blockchain. L’obiettivo? Semplice: ridurre l’errore umano. La Shinhan Bank sfrutterà una rete sicura per veicolare le transazioni IRS (Interest Rate Swap), basate cioè su un tasso di interesse dinamico, che coinvolge diverse parti.

La difficoltà di rendere immuni dalle modifiche gli Interest Rate Swap è evidente quando lo scambio avviene in momenti diversi e, spesso, tra piattaforme differenti. Due o più parti possono infatti stipulare un contratto e accettare di pagarsi a vicenda a seconda dell’aumento (o alla diminuzione) dei tassi di interesse. Prima del processo basato sulla blockchain non c’erano regole standardizzate tali da mantenere e gestire i record finanziari, ragion per cui i partecipanti dovevano fare affidamento sui loro stessi registri, che di sovente hanno causato errori, nonostante il requisito del processo di verifica incrociata.

Il nuovo sistema di Shinhan Bank ha lo scopo di semplificare le transazioni di IRS, riducendo la necessità di verifiche e la possibilità di sviste. Naturalmente, il sistema non è del tutto autonomo e si basa ancora sul lavoro manuale per l’inserimento dei dati ma la blockchain velocizza di certo quello che viene dopo, in termini di controllo.

Giusto un anno fa, la Shinhan Bank annunciava il progetto di un wallet per criptovalute, un’iniziativa che aveva provocato un certo scalpore nel mondo della finanza tradizionale. Solo qualche mese prima, Bithumb, il principale sito di exchange del paese, era stato vittima di un attacco hacker con la conseguenza di milioni di won persi e un cospicuo database di informazioni personali e sensibili nelle mani degli hacker. Un mercato insomma in cui la mossa della banca è decisamente lungimirante ma anche rischiosa, nonostante la sicurezza su cui la blockchain poggia.

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