Google abolirà arbitrato forzato per i dipendenti

Google ha dichiarato che l'arbitrato forzato sarà abolito per i suoi dipendenti di tutto il Mondo, in seguito alle critiche sulla policy aziendale.
Google ha dichiarato che l'arbitrato forzato sarà abolito per i suoi dipendenti di tutto il Mondo, in seguito alle critiche sulla policy aziendale.

Google ha annunciato che a partire da oggi abolirà l’arbitrato forzato per i suoi dipendenti, in seguito alle loro critiche sulla policy aziendale. Con l’arbitrato forzato, una società chiede a chi assume di presentare qualsiasi controversia in un arbitrato come condizione di impiego: ciò significa che il dipendente è tenuto a rinunciare al proprio diritto di intentare causa o di partecipare a un’azione legale collettiva, cercando di risolvere la disputa attraverso un sistema privato (affidandosi a uno o più soggetti terzi, gli arbitri) e senza passare per il tribunale.

Dopo lo scandalo delle molestie sessuali, 20mila dipendenti sono usciti nelle piazze a manifestare e hanno chiesto, tra le altre cose, che l’arbitrato forzato venisse abolito in azienda. Inizialmente Google ha annunciato che avrebbe interrotto la pratica nel caso di molestie sessuali e aggressioni, ma non in generale; è di oggi invece la notizia secondo cui la società ha esteso tale politica a qualsiasi tipo di controversia.

Le nuove regole entreranno in vigore il prossimo 21 marzo per i dipendenti di Google di tutto il Mondo, ma non verrà applicata alle dispute già presentate in un arbitrato. Nel frattempo il colosso della ricerca sta riorganizzando la divisione responsabile della Public Policy per soddisfare alle richieste dovute da “accresciute responsabilità, attenzione pubblica verso la tecnologia e crescita dell’attività svolta”, secondo quanto dichiarato da Karan Bhatia, head of policy dell’azienda californiana.

Inoltre BigG sembrerebbe attualmente concentrata sul settore dei videogiochi, visto l’annuncio secondo cui sarà presente alla GDC: da tempo si vocifera di una possibile piattaforma di nuova generazione realizzata dalla società per tenere testa (o almeno provarci) ai leader del mercato videoludico, ovvero Sony, Nintendo e Microsoft.

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