Condor: dal Nord Africa contro il dominio cinese

Con base ad Algeri, Condor lancia nuovi smartphone che uniscono know-how europeo e manodopera africana.
Con base ad Algeri, Condor lancia nuovi smartphone che uniscono know-how europeo e manodopera africana.

Fra gli stand del Mobile World Congress in corso in questi giorni a Barcellona, e fra i tanti inviti ricevuti dagli espositori, siamo stati incuriositi nel vedere un produttore di smartphone con sede in Algeria ma che, ci racconta il Presidente e Chairman di Condor Group Abderrahmane Benhamadi, ha già oltre 12000 dipendenti ed è attivo anche nel settore dei piccoli e grandi elettrodomestici nei mercati emergenti dell’Africa.

Condor, continua Benhamadi, ha di recente iniziato a vendere i propri prodotti in Francia, ma continua a guardare all’Europa come mercato di riferimento soprattutto per la preparazione dei nostri ingegneri e dei nostri designer. E proprio nel nostro paese ha acquisito la Nardi, azienda con sede a Milano con oltre 60 anni di storia nella progettazione e vendita di elettrodomestici e non solo.

Parlando del settore smartphone, presente qui a Barcellona, il gruppo ha lanciato 3 linee di prodotto: la più economica Griffe, la medio gamma Plume, e lo smartphone top di gamma Allure X, un dispositivo su piattaforma Mediatek Helio P70 e con specifiche rispettabilissime: dal luminoso display AMOLED ad alta risoluzione che occupa tutta la parte frontale del device, con fotocamera pop-up, alla dual camera posteriore, una batteria da 3500mAh e ben 6GB + 128GB di memoria; lato software naturalmente l’ultima versione di Android Pie.

Condor Allure X

Ma il vero obiettivo di Condor ce lo racconta il Presidente: in questi ultimi anni abbiamo visto una vera e propria invasione cinese con brand di elettronica di consumo ma non solo, molto bravi a sfruttare sia il buon know-how tecnologico che la manodopera a basso costo. L’Europa è stata ferma a guardare e a farsi scippare i più noti brand che hanno fatto la storia della tecnologia, e Condor propone di combinare la preparazione tecnica di Italiani, Francesi e Spagnoli con la manodopera africana per proporre sul mercato prodotti di buona qualità che possano andare a contrastare il dominio asiatico.

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