GameStop negli eSport con il suo primo palazzetto

GameStop vuole dire la sua nel mondo degli eSport e lavora alla realizzazione del suuo primo palazzetto esportivo.
GameStop vuole dire la sua nel mondo degli eSport e lavora alla realizzazione del suuo primo palazzetto esportivo.

Mentre la vendita dei videogiochi su supporto fisico sta sempre più scomparendo – e Google Stadia & Co potrebbe dare la “mazzata finale” in tal senso – GameStop vuole dire la sua nel mondo degli eSport aprendo il suo primo “palazzetto esportivo” esclusivamente dedicato al gaming.

Il colosso del retail ha annunciato oggi di aver cominciato a collaborare con Complexity Gaming per aprire il GameStop Performance Center a Frisco, in Texas. La sede, grande poco più di 1.000 metri quadrati, servirà come quartier generale di Complexity Gaming, team americano di titoli come Dota 2, Counter Strike e Hearthsone, e ospiterà eventi pubblici per avvicinare sempre più persone al mondo degli eSport.

Il palazzetto esportivo sarà avrà anche uno spazio pubblico dove fan e sponsor possono partecipare a partite ai loro titoli competitivi preferiti. GameStop ha anche in programma di ospitare vere e proprie “gaming clinic”, ovvero delle postazioni dove dei videogiocatori esperti insegneranno ai visitatori come migliorare le prestazioni nei giochi più popolari del momento come Fortnite, Overwatch e Call of Duty. I fan saranno inoltre incoraggiati a partecipare a tornei amatoriali che si svolgeranno nel corso dell’anno.

La costruzione di un’area di gioco fisica non è l’unica azione da parte di GameStop per avvicinarsi al mondo degli eSport. La società sta infatti collaborando con la Collegiate Star League per ospitare tornei di eSport online e dal vivo.

Questa mossa sembra essere il primo, importante tentativo di GameStop di svestire i panni del negozio di videogiochi esclusivamente fisico a tutti i costi, e indossare le inedite (ma ormai necessarie vista la precaria situazione economica del colosso) vesti di un’azienda che diversifica la sua proposta per diventare un vero e proprio “creatore di esperienze culturali”, come affermato dal nuovo CEO George Sherman.

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