Huawei: 2,75 miliardi di euro in Italia in 3 anni

Il Ceo di Huawei Italia, Thomas Miao, ha confermato il forte investimento che il gruppo cinese porterà nel nostro paese da qui al 2022.
Il Ceo di Huawei Italia, Thomas Miao, ha confermato il forte investimento che il gruppo cinese porterà nel nostro paese da qui al 2022.

Huawei investirà 3,1 miliardi di dollari, circa 2,75 miliardi di euro, in Italia nei prossimi tre anni. Lo ha affermato Thomas Miao, amministratore delegato della compagine nostrana della multinazionale, ricordando i piani di sviluppo 2019-2020.

Durante una conferenza stampa a Milano per una mostra dedicata a Leonardo Da Vinci, Miao ha ricordato come oltre 1,2 miliardi di dollari saranno dedicati al “Marketing e operazioni”, 52 milioni per la ricerca e sviluppo e circa 1,9 miliardi per le forniture. Queste cifre dovrebbero creare, nel triennio, almeno 3 mila nuovi posti di lavori, non tutti come dipendenti del gruppo ma 1000 diretti e 2 mila indotti dal business.

Italia e Cina sono due Paesi che da un punto di vista economico sono allineati: l’Italia ha bisogno della Cina e la Cina dell’Italia. Da un punto di vista commerciale – aggiunge – sono molto ottimista, i due Paesi d’ora in poi saranno sempre più vicini – ha detto all’Agenzia Ansa.

C’è stato anche modo di parlare del 5G per il quale Huawei ha chiesto regole trasparenti, efficienti e giuste per l’implementazione del golden power. Quest’ultimo permette alle autorità di regolamentazione di decidere sui contratti già stipulati tra aziende e fornitori , e al momento è limitato alle compagnie non europee.

Secondo Miao, le limitazioni e le regole sulla tecnologia non devono essere geografiche, ma applicate a tutti, perché l’infrastruttura necessità di per sé di essere neutrale, non legata a questioni geopolitiche. “Il 5G è molto importante ed è nell’interesse di tuti veicolarlo il prima possibile. Si tratta di un’opportunità incredibile per il nostro Paese”. Altro punto che l’AD ha toccato è stata la volontà, del governo italiano, di portare a 165 giorni il tempo utile entro cui può porre un veto sulle questioni socioeconomiche e di business, quando fino a qualche tempo da si limitava a 25 giorni.

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