L'UE prepara le regole per la Fibra

La Commissione Europea starebbe preparando una importantissima raccomandazione per gli stati membri dell'UE con la quale si chiede di imporre all'incumbent l'apertura della propria rete alla concorrenza: la fibra sia condivisa, con regole chiare e comuni
La Commissione Europea starebbe preparando una importantissima raccomandazione per gli stati membri dell'UE con la quale si chiede di imporre all'incumbent l'apertura della propria rete alla concorrenza: la fibra sia condivisa, con regole chiare e comuni

La Commissione Europea potrebbe presto entrare da protagonista nel dibattito lanciato da “2010: Fibra per l’Italia“, il progetto con cui Fastweb, Vodafone e Wind hanno smosso le acque stagnanti della banda larga italiana. A parlarne è Repubblica.it, secondo cui starebbe circolando una prima bozza di raccomandazione firmata Neelie Kroes: «Sono 25 pagine fitte, 60 mila battute che disegnano la cornice all’interno della quale dovrebbero svilupparsi le nuove reti (Ngn, Next generation network), che offriranno velocità molto più alte rispetto alle attuali Adsl».

L’intervento dell’UE potrebbe avere enorme impatto sulla situazione italiana poichè potrebbe imporre all’incumbent una apertura che finora nessuna figura istituzionale nazionale era mai riuscita ad ottenere. I concorrenti di Telecom Italia, insomma, potrebbero avere accesso alla fibra dell’operatore dominante e con questa fornire i propri servizi all’utenza: maggior concorrenza, maggiori stimoli per il mercato e probabilmente maggior stimolo anche alla domanda grazie ad un maggiorato impegno di più attori nel promuovere le nuove offerte relative.

Alla fibra verrebbe applicato il modello già applicato sulla rete basata sul doppino di rame, ma con regole comunitarie che dovrebbero garantire al nostro paese un quadro concorrenziale notevolmente migliorato: «I prezzi “orientati al costo” che gli operatori dovranno pagare all’ex monopolista saranno stabiliti dalle Authority nazionali. Anche l’accesso bitstream, ovvero l’utilizzo dell’intera rete da parte degli operatori alternativi, dovrà essere lasciato al libero mercato e nessun prezzo deve essere imposto dall’Authority se esiste un adeguato livello di concorrenza».

Una legge che piove dall’alto potrebbe sbloccare gran parte degli ostacoli che oggi legano economia, politica e sistema mediatico attorno ad un canovaccio nel quale la banda larga è stata imbrigliata per troppi anni. L’UE potrebbe ora smuovere qualcosa: 25 pagine fitte e 60 mila battute potrebbero rappresentare la svolta desiderata da tempo, qualcosa che, se non giungesse da una imposizione dal di fuori dei confini nazionali, non sarebbe probabilmente ottenibile.

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