Trailer a pagamento, la SIAE chiarisce

La SIAE torna sulla vicenda trailer online a pagamento e diffonde ulteriori chiarimenti, anche se un po' confusi.
La SIAE torna sulla vicenda trailer online a pagamento e diffonde ulteriori chiarimenti, anche se un po' confusi.

Continua il botta e risposta tra la SIAE e YouTube, con gli utenti nel mezzo ad assistere a una lotta che ha dell’incredibile e mette a rischio una grossa porzione della blogosfera. Dopo aver accusato coloro che hanno condiviso sul proprio sito Web trailer cinematografici provenienti dal portale targato Google, infatti, l’ente nazionale per la difesa del diritto d’autore si espone nuovamente proponendo un chiarimento sulle motivazioni che hanno spinto in tale direzione, precisando quali siano i termini delle violazioni.

Termini che, alla luce delle nuove dichiarazioni, tentano di imporre alcune limitazioni, lasciando tuttavia adito a interpretazioni varie e cambiando le carte in tavola rispetto a quanto pubblicato in precedenza. I 30 trailer massimi concessi dalla SIAE diventano «10 ore di musica in contemporanea»: secondo l’ente, poi, a ciò corrisponderebbe un tetto di 200 trailer dalla durata di 15-30 secondi, benché un semplice conto matematico (supponendo che tutti i trailer durino 30 secondi) dimostri come tale limite equivalga in realtà a 100 minuti di musica e non 10 ore.

Altro punto chiave nella vicenda è l’identificazione dei siti Web coinvolti dagli accordi stretti in precedenza con l’ANICA: secondo la SIAE «la licenza è stata offerta a quei siti commerciali di trailer che finora hanno evitato di rispettare i diritti sulla musica», distinguendo dunque tra siti Web commerciali e amatoriali, senza tuttavia delineare un confine netto tra i due settori. «I compensi sono parametrati sui siti commerciali, che vendono pubblicità e fanno business sui contenuti» si legge in un punto successivo, nel quale la SIAE intende far luce su quali siano i portali ai quali ha bussato alla porta per regolarizzare la rispettiva posizione: una definizione, questa, che dice tutto e niente riguardo i possibili pericoli per la blogosfera.

La SIAE, insomma, cerca di fare marcia indietro per arrestare l’ondata di polemiche che ha investito il Web negli ultimi giorni ma incappa in errori banali che rendono la situazione, se possibile, ancor più complicata e indefinita. La vicenda potrebbe dunque necessitare di diverso tempo per poter scrivere la parola fine: nel mentre, i trailer dei film in uscita nelle sale cinematografiche continueranno a far capolino su YouTube, con gli utenti sospesi a metà strada tra la possibilità di continuare a embeddarli nei propri siti Web e i rischi provenienti da tale azione.

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