Un iPad per i carcerati

Arriva dal Regno Unito la proposta di consegnare degli iPad ai carcerati, affinché possano approfittare dell'istruzione ed evitare le recidive a fine pena.
Arriva dal Regno Unito la proposta di consegnare degli iPad ai carcerati, affinché possano approfittare dell'istruzione ed evitare le recidive a fine pena.

La tecnologia può essere di grande aiuto per il recupero di chi si trova a dover scontare una pena detentiva, offrendo la possibilità di costruire un futuro diverso rispetto al crimine. È questo il messaggio di una proposta nata nel Regno Unito, dove degli iPad di Apple potrebbero in futuro essere consegnati ai carcerati. Un modo per sviluppare nuove abilità, per prepararsi alle varie possibilità di lavoro a pena scontata, affinché ci si allontani definitivamente dai reati.

La proposta nasce dalla constatazione di come le vite dei carcerati siano, all’interno delle celle, poco costruttive: i detenuti hanno poche possibilità di voltare pagina e pianificare un futuro diverso per se stessi e per gli altri, soprattutto se la pena deriva da reati minori. La tecnologia, in questo senso, potrebbe essere un ottimo alleato per abbattere la barriera dell’analfabetismo, sia effettivo che funzionale, nonché per permettere di acquisire nuovi skill, sopratutto per chi è finito nell’universo del piccolo crimine in assenza di alternative più allettanti. Da qui la proposta: consegnare ad alcuni detenuti un iPad di Apple.

L’iniziativa, resa nota da un consulente del Ministro della Giustizia locale, è parte di un piano più grande per l’istruzione e il recupero della popolazione carceraria, poiché la reclusione non deve avere solo una funzione deterrente e punitiva, ma anche riabilitante a pena scontata. Alcuni recenti dati, così come sottolinea il Telegraph, sottolineerebbero inoltre come all’aumento delle possibilità e dell’istruzione dei carcerati, corrisponde un tasso ben più ridotto di recidiva una volta conclusa la detenzione. Così ha riferito il consigliere Sir Martin Narey:

I detenuti spendono molto tempo nelle loro celle e dobbiamo fare in modo che quel tempo sia più costruttivo. Dovrebbero incontrarsi con un tutor una volta a settimana, ma anche esercitarsi da soli nelle loro celle. Potremmo fornire ai detenuti degli iPad a questo scopo. […] Quando mi sono unito al servizio penitenziario nel 1982, le persone erano terrorizzate dal permettere ai detenuti di possedere delle radio FM. Erano spaventati dalla possibilità vi fossero telefoni in ogni ala. Ma oggi ai carcerati dovrebbe essere permesso di usare Skype o FaceTime con i loro figli: potremmo usare la tecnologia per educarli e per mantenere i legami famigliari.

La proposta sembra aver sollevato reazioni opposte nell’opinione pubblica: sebbene vi sia generale accordo sull’istruzione e sulla riabilitazione del detenuto, affinché cambi vita una volta uscito dal carcere, un iPad è da molti visto come un lusso forse troppo elevato per lo Stato da finanziare. L’idea, nel frattempo, sarebbe al momento al vaglio delle istituzioni preposte.

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