La rivoluzione cominciò con iMac

Sotto la supervisione del CEO Gilbert Amelio, nel 1996 Steve Jobs venne riassunto come consigliere non stipendiato. L’occasione fu l’acquisizione di NeXT da parte di Apple.
All’epoca la società di Cupertino versava in pessime condizioni finanziarie.

Un anno dopo era ancora sull’orlo del fallimento così Jobs, nel tentativo di risollevare le sorti dell’azienda, stipulò un accordo con Microsoft.
L’accordo prevedeva l’inclusione nel MacOS di Internet Explorer e lo sviluppo di Office per Mac per almeno 5 anni in cambio di un investimento di 150 milioni di dollari in azioni – senza diritto di voto.

Le vendite dei Mac crebbero. Il consiglio di amministrazione decise di licenziare Amelio, offrendo il posto di CEO a Steve Jobs che accettò, prima solo in via temporanea, poi ad interim.
Nei mesi successivi Apple cambiò strategia ritirando tutte le licenze ai produttori di cloni Mac, collaborando con Bandai nel lancio di una console chiamata Pippin, lanciando i Power Macintosh G3 e dismettendo il progetto Newton.
In questo modo tornò finalmente in attivo.

Adesso era necessario rilanciare l’immagine dell’azienda.
Per riuscirci Jobs rielaborò la sua idea di Macintosh: un computer potente, compatto, bello da vedere e subito pronto.
Per il design si affidò a Jonathan Ive, un abile designer.
Ive ebbe il compito di ideare un Mac che apparisse qualcosa di veramente nuovo anche a prima vista.

Nel maggio del 1998 Apple presentò l’iMac: il Mac per Internet.
Era completamente racchiuso in un elegante case di policarbonato tondeggiante e traslucido, bianco e “bordi blue” con tanto di maniglia per sollevarlo, casse, microfono e modem integrati.
Aveva un processore G3 da 233 Mhz e 4GB di HD, un monitor da 15″, due porte USB e una porta IrDA; inoltre veniva venduto con un mouse rotondo e una tastiera compatta molto colorati e assolutamente originali.

Oltre al grande stupore per il design innovativo, i giornalisti dell’epoca furono colpiti anche dal prezzo dell’iMac che con i suoi 1299 dollari si rivelò il Mac più economico mai prodotto.

Dovettero passare quasi 4 mesi prima che il nuovo computer cominciasse a essere consegnato.
Nel frattempo Apple raccolse oltre 150.000 preordini.
Il 15 agosto del 1998 le prime macchine furono consegnate e iMac divenne immediatamente il personal computer venduto più rapidamente nella storia.

Il mercato fu fortemente influenzato da questa novità, la “i” prima del nome dei dispositivi diventò una moda – e lo è ancora – mentre il materiale traslucido color acqua cominciò ad apparire un po’ ovunque – addirittura in ferri da stiro ed elettrodomestici vari.

Apple, con il ritorno del suo visionario fondatore e ora CEO, si era salvata dal tracollo finanziario abbandonando vecchi progetti troppo costosi e presentando qualcosa di veramente rivoluzionario e accessibile;
L’azienda di Cupertino era tornata abbondantemente in attivo e il marchio era stato finalmente rilanciato consentendole di crescere ancora negli anni successivi.

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