Microsoft accusa e la FTC indaga su Google

Microsoft ha denunciato Google presso l'FTC per presunto abuso di posizione dominante nelle campagne di advertising del gruppo di Redmond.
Microsoft ha denunciato Google presso l'FTC per presunto abuso di posizione dominante nelle campagne di advertising del gruppo di Redmond.

Google è al centro delle attenzioni da parte delle autorità statunitensi nelle ultime settimane. Dopo l’indagine antitrust avviata per presunto abuso della propria posizione dominante, infatti, il colosso delle ricerche dovrà rispondere alla Federal Trade Commission dopo le denunce depositate da Microsoft, secondo cui Google avrebbe modificato illegalmente i prezzi delle campagne pubblicitarie targate Redmond.

Il gruppo guidato da Steve Ballmer ha infatti evidenziato come il costo per click relativo alle sponsorizzazioni per Windows Live nella query di ricerca “hotmail” sia passato improvvisamente da 10 centesimi a 5 dollari. Un aumento, questo, pari a 50 volte il prezzo iniziale, con chiare ripercussioni sui costi dell’advertising per la società di Redmond, la quale vuole far valere la propria ragione in tribunale asserendo l’illegale natura di tale aumento, ritenuto inoltre anticompetitivo.

La Federal Trade Commition ha quindi aperto un’inchiesta con la quale intende far luce sulla vicenda, dopo le continue accuse da parte di società concorrenti nei confronti di Google per atteggiamenti scorretti ed abuso di posizione dominante. Qualora dovessero essere rintracciati indizi di una possibile colpevolezza del gruppo di Mountain View la situazione potrebbe divenire improvvisamente scottante per l’azienda fondata da Page e Brin, già nell’occhio del ciclone per accuse dello stesso stampo che potrebbero trovare nella nuova denuncia di Microsoft un ulteriore incentivo.

L’attacco da parte della società di Redmond riguarda inoltre alcune tecnologie che Google avrebbe realizzato per impedire ai propri clienti di allargare la propria campagna di sponsorizzazione a servizi esterni rispetto a quelli del gruppo. Da parte del colosso delle ricerche è giunta al momento soltanto una secca smentita per quest’ultima accusa, mentre è stato preferito il silenzio assoluto per quanto riguarda il primo punto citato da Microsoft.

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