Tornano le voci su una fusione Wind - 3 Italia

Wind e 3 Italia tornano a parlarsi per un eventuale fusione che porterebbe alla nascita del terzo operatore italiano
Wind e 3 Italia tornano a parlarsi per un eventuale fusione che porterebbe alla nascita del terzo operatore italiano

La fusione tra Wind e 3 Italia su cui si è speculato più volte ma che alla fine non ha mai prodotto nulla di concreto potrebbe essere invece più vicina di quanto si potrebbe immaginare. Dopo il nulla di fatto di inizio anno a causa di un mancato accordo sul prezzo finale dell’operazione, Hutchison Whampoa avrebbe ripreso i colloqui con il gruppo russo Vimpelcom su una possibile fusione delle attività italiane tra le controllate 3 Italia e Wind.

I colloqui sarebbero ripresi grazie all’incorraggiante via libera dato a 3 in Irlanda per l’acquisizione di Telefonica O2 Ireland. Secondo le fonti di Reuters, Vimpelcom avrebbe dato incarico a Morgan Stanley di studiare l’operazione, mentre Goldman Sachs starebbe lavorando con Hutchison. Anche l’italiana Mediobanca avrebbe un ruolo attivo nell’operazione. Nessuno dei soggetti coinvolti avrebbe però confermato ma nemmeno negato l’indiscrezione emersa da Reuters. Rispetto ai tentativi precedenti di fusione, questa volta ci sarebbero maggiori elementi che potrebbero permettere una conclusione positiva dell’operazione finanziaria.

Il via libera dell’acquisizione in Irlanda e il parziale rifinanziamento del debito di Wind potrebbero infatti porre le basi della fusione tra l’operatore arancione e 3 Italia. Proprio l’alto debito di Wind, pari a circa 9,5 miliardi di euro, era stato uno degli ostacoli all’operazione, ma il suo rifinanziamento, annunciato in aprile, prevede specificatamente un cambio di controllo.

Gli analisti avrebbero colto positivamente la notizia perché l’eventuale fusione tra Wind e 3 Italia potrebbe mettere fine alla guerra dei prezzi sul mercato della telefonia mobile in Italia che tiene i ricavi sotto pressione. Inoltre, la fusione porterebbe alla nascita di un nuovo operatore che potrebbe sostenere più facilmente gli ingentissimi investimenti necessari per la realizzazione dei nuovi network 4G.

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