Ufficiale: Nvidia non comprerà Arm

Dopo i veti ricevuti dall'Antitrust di USA, UK e Unione europea, Nvidia e SoftBank abbandonano il progetto.
Dopo i veti ricevuti dall'Antitrust di USA, UK e Unione europea, Nvidia e SoftBank abbandonano il progetto.

Ora è ufficiale: il progetto di Nvidia Corporation di acquisire l’altro colosso della tecnologia, ovverosia Arm Ltd. di SoftBank, è andato definitivamente in frantumi. A scrivere definitivamente la parole fine a quello che poteva essere l’accordo più importante di sempre per il mondo dei semiconduttori è stata in particolare l’opposizione al progetto delle Autorità di regolamentazione più importanti. I regolatori di Stati Uniti, Regno Unito e Unione Europea, infatti, in più occasioni avevano manifestato una serie di preoccupazioni per un’operazione che a loro dire avrebbe potuto danneggiare la concorrenza nel settore dei semiconduttori. E anche clienti del calibro di Qualcomm e Microsoft, a loro volta, non avevano nascosto il loro disagio davanti a questa operazione.

NVIDIA si ritira definitivamente dall’acquisizione di AMD

Alla fine, Nvidia Corp. ha deciso di rinunciare all’acquisto del noto produttore britannico di chip,  facendo saltare un accordo da 66 miliardi di dollari. A questo punto ad Arm rimane o puntare a un’IPO nell’anno fiscale (che termina a marzo 2023), e in tal senso secondo il Financial Times, SoftBank preferirebbe quotare l’azienda a New York. Oppure tentare  con un’offerta pubblica di acquisto.

“Arm sta diventando un centro di innovazione non solo nella rivoluzione della telefonia mobile, ma anche nel cloud computing, nell’automotive, nell’IoT e nel metaverso”, ha dichiarato Masayoshi Son, Fondatore e amministratore delegato di SoftBank, “ed è entrata in una seconda fase di crescita. Coglieremo questa opportunità e inizieremo a prepararci per l’offerta pubblica di Arm e compiere ulteriori progressi”.

La holding finanziaria saluta dunque Nvidia e i suoi miliardi nel giorno in cui intanto l’Unione Europea approva il Chips act, un progetto da almeno 42 miliardi di euro di investimenti pubblici in favore dell’industria dei semiconduttori. L’obiettivo è quello di ridurre la dipendenza dei Paesi del Vecchio Continente membri dell’UE dalle forniture provenienti dall’Asia entro  il 2030,  e contestualmente raddoppiare la sua quota di mercato nel settore.

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