AGCOM, stop alla delibera sul copyright, ma per Confindustria è una scelta sbagliata

AGCOM interrompe il processo di approvazione della delibera sul copyright ma per Confindustria è una scelta sbagliata
AGCOM interrompe il processo di approvazione della delibera sul copyright ma per Confindustria è una scelta sbagliata

AGCOM alla fine si è arreso e ha deciso di bloccare i lavori di approvazione della tanto contestata delibera sul copyright italiana. Legge che ha avuto un iter lunghissimo e molto travagliato con da una parte, le furiose proteste delle associazioni dei consumatori giustamente spaventate dai contenuti della legge e dall’altra le forti pressioni delle major e Confindustria che chiedevano un forte segnale per la tutela del diritto d’autore. L’AGCOM ha tentato di tutto pur di raddrizzare le sorti di questa delibera, compreso sottoporre il testo all’Unione Europea sperando in un’approvazione.

Tentativi andati a vuoto perché ora l’iter si è bloccato e l’AGCOM ha deciso di gettare la spugna.

Troppe sono state alla fine le proteste e le pressioni anche politiche che denunciavano gli eccessivi rischi che la delibera del copyright avrebbe comportato. Tutto da rifare dunque, ma c’è anche da sottolineare che l’attuale Governo ha intenzione di lavorare anche in questo delicato campo e dunque non è escluso che nel medio periodo si torni ad affrontare la delicata questione della difesa del diritto d’autore. Ovviamente la decisione dell’AGCOM non è piaciuta a chi difende a spada tratta il diritto d’autore e in particolare a Confindustria che tramite Marco Polillo, Presidente di Confindustria Cultura Italia, ha usato parole pesantissime nei confronti della decisione dell’autorità.

Per Confindustria con questa mossa, “Sembra che l’Italia abbia intenzione di dare definitivo via libera alla contraffazione e alla pirateria digitale”.

Affermazione molto dura che prosegue:

Se fosse confermato l’Italia, già sotto osservazione nella comunità internazionale per gli elevati livelli di pirateria, tornerebbe a collocarsi nella lista nera degli Stati che favoriscono l’aggressione alla proprietà intellettuale. Sotto la pressione di campagne demagogiche promosse dalla lobby pro-pirateria che purtroppo sembra aver fatto breccia anche tra alcuni Parlamentari, l’AGCOM si arrenderebbe dopo quasi due anni di lavoro, abbandonando l’intento di individuare procedure efficaci per tutelare l’industria della cultura e della creatività italiana dagli attacchi dell’industria criminale della contraffazione che spaccia in rete prodotti sottratti illegalmente ai legittimi proprietari.

Insomma Confindustria tra le righe chiede a AGCOM di avere maggiore coraggio e di tornare sui suoi passi e di riproporre nuovamente la tanto contestata delibera sul copyright. AGCOM però non ha risposto, probabilmente non ha voglia di tornare a gestire una situazione di fatto ingovernabile.

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