Australia, la Corte Federale condanna Apple e Google: Epic Games vince la battaglia sugli app store

La Corte Federale australiana riconosce l'abuso di potere di Apple e Google negli app store. Epic Games celebra una vittoria storica che cambia il mercato digitale.
La Corte Federale australiana riconosce l'abuso di potere di Apple e Google negli app store. Epic Games celebra una vittoria storica che cambia il mercato digitale.
Australia, la Corte Federale condanna Apple e Google: Epic Games vince la battaglia sugli app store

La recente sentenza della Corte Federale australiana ha segnato un punto di non ritorno nel dibattito sulla concorrenza nel settore delle applicazioni mobili. Il 12 agosto 2025, il tribunale ha emesso una decisione destinata a far discutere a lungo: ha condannato Apple e Google per abuso di posizione dominante e pratiche ritenute anticoncorrenziali, ponendo fine a una battaglia legale iniziata nel 2020 e che ha visto protagonista Epic Games, la società nota per il fenomeno globale Fortnite.

Il caso è nato quando Epic Games ha introdotto un sistema di pagamento diretto all’interno di Fortnite, bypassando le commissioni del 30% imposte dagli app store di Apple e Google. Questa mossa ha portato alla rimozione del popolare videogioco dagli store digitali delle due big tech, scatenando un confronto che ha catalizzato l’attenzione di sviluppatori, consumatori e autorità di regolamentazione in tutto il mondo.

La sentenza, pronunciata dal giudice Jonathan Beach, ha rappresentato una vittoria significativa per Epic Games, che ha subito celebrato l’esito della causa definendolo un successo per l’intero ecosistema degli sviluppatori e degli utenti australiani. L’azienda ha annunciato con entusiasmo il ritorno di Fortnite sui dispositivi iOS in Australia, una notizia accolta con favore dalla community di gamer e dagli osservatori del settore.

Nel dettaglio, la Corte Federale australiana ha riconosciuto che le pratiche di Apple e Google hanno effettivamente limitato la concorrenza e la libertà di scelta degli utenti, con particolare riferimento alle politiche sui sistemi di pagamento in-app. Secondo il giudice, queste strategie hanno avuto l’effetto di danneggiare il mercato, impedendo agli sviluppatori di proporre soluzioni alternative e più vantaggiose, e penalizzando di conseguenza anche i consumatori finali.

Nonostante la portata storica della decisione, non tutte le accuse mosse da Epic Games sono state accolte. Il tribunale ha infatti respinto le contestazioni relative alla presunta condotta “inconscionable” secondo le normative locali, lasciando aperto il dibattito su alcuni aspetti più sfumati della vicenda.

La reazione di Apple e Google

La reazione di Apple e Google non si è fatta attendere. Entrambe le aziende hanno dichiarato l’intenzione di presentare appello su alcuni punti della decisione, sottolineando la complessità delle dinamiche competitive nel settore digitale. Apple ha ribadito di “affrontare una forte concorrenza in ogni mercato”, mentre Google ha comunicato che valuterà attentamente la sentenza prima di definire i prossimi passi strategici.

Il verdetto arriva in un contesto di crescente attenzione normativa nei confronti delle big tech. Nel dicembre 2024, il governo australiano aveva già avanzato una proposta di legge che prevede sanzioni fino a 50 milioni di dollari australiani per comportamenti ritenuti anti-concorrenziali nel settore digitale, segnando un ulteriore giro di vite nei confronti delle pratiche considerate lesive per la pluralità del mercato.

Non meno rilevante è stato il ruolo dell’Australian Competition and Consumer Commission (ACCC), che negli ultimi anni ha più volte evidenziato i rischi derivanti dal controllo esercitato da Apple e Google sugli app store. L’ACCC ha suggerito misure innovative, come la possibilità per gli utenti di cambiare le app predefinite, per favorire una maggiore apertura e pluralità nell’ecosistema digitale australiano.

Questa sentenza potrebbe avere ripercussioni ben oltre i confini australiani. La decisione della Corte Federale australiana rischia infatti di costituire un precedente di rilievo internazionale, offrendo un modello per altre giurisdizioni alle prese con problematiche simili in materia di concorrenza e regolamentazione dei mercati digitali. In questo scenario, le regole del gioco potrebbero essere riscritte a livello globale, ridefinendo i rapporti di forza tra piattaforme, sviluppatori e utenti.

Ti consigliamo anche

Link copiato negli appunti