Casa intelligente, tra conoscenza e percezione

Una ricerca D-Link dimostra quanto parziale e disomogenea sia la consapevolezza degli utenti nei confronti delle opportunità delle case intelligenti.
Una ricerca D-Link dimostra quanto parziale e disomogenea sia la consapevolezza degli utenti nei confronti delle opportunità delle case intelligenti.

Nei giorni in cui il Salone del Mobile prende il via a Milano, e nel contesto di un paese nel quale il mercato libero dell’energia sta per entrare in ogni casa, si impone la necessità di capire quanto gli italiani abbiano davvero consapevolezza dei propri consumi in primis, e di quanto possa essere “intelligente” la propria casa. Una ricerca D-Link ha dimostrato infatti quanto il concetto stesso di “casa intelligente” non sia stato ancora assorbito da molti e quindi, in assenza di un imprinting culturale radicato, è difficile pensare che possano davvero evolvere progetti, mercato e servizi.

La percezione della casa intelligente

Che la casa intelligente sia un concetto afferente al futuro (e quindi qualcosa di atteso e ineluttabile) è convinzione ormai di oltre un utente su due a livello europeo, ma il 16% degli intervistati non ha realmente idea di come si possa applicare il concetto di intelligenza ad una semplice abitazione. Una analisi più dettagliata delle interviste dimostra inoltre come la conoscenza sia in realtà molto parcellizzata e distribuita in modo disomogeneo tra le varie componenti che una casa intelligente potrebbe ad oggi facilmente prevedere. Si nota quindi che strumenti utili e semplici come le Smart Plug siano spesso sconosciute ai più (soprattutto in Italia), mentre le videocamere di sorveglianza (tematica in auge già molto prima che il tema delle smart home si imponesse) siano ormai sostanzialmente dispositivi di pubblico dominio.

Tra i dispositivi che la ricerca D-Link ha misurato tra le conoscenze degli utenti figurano:

  1. Videocamere di sorveglianza (71% in Italia, 78% in Europa);
  2. Sensori di movimento (64% in Italia, 70% in Europa);
  3. Allarmi da interno (63% in Italia, 71% in Europa);
  4. Rilevatori di fumo (62% in Italia, 69% in Europa);
  5. Termostati e termovalvole connessi (61% in Italia, 63% in Europa);
  6. Allarmi per esterno (58% in Italia, 64% in Europa);
  7. Sensori per porte e finestre (53% in Italia, 58% in Europa);
  8. Baby Monitor (46% in Italia, 35% in Europa);
  9. Controllo Remoto per tende e tapparelle (42% in Italia, 31% in Europa);
  10. Sensore per le perdite d’acqua (38% in Italia, 25% in Europa);
  11. Smart Switch (35% in Italia, 46% in Europa);
  12. Smart Plug (33% in Italia, 43% in Europa).

«Se interrogata sulle motivazioni principali che spingono ad acquistare un prodotto Smart Home», spiega D-Link a proposito della propria indagine, «protezione e sicurezza della casa sono la priorità numero uno per la maggior parte degli europei (61% in Europa, 66,7% in Italia), seguita dalla possibilità di monitorare l’abitazione anche da remoto (43% in Europa, 48% in Italia), e di essere avvisati immediatamente in caso si manifesti un potenziale problema (ad esempio una perdita dai tubi – 36% in Europa, 48% in Italia) e infine come un modo per risparmiare denaro (28%)». La sicurezza è l’elemento preponderante, il che restituisce un’idea di “casa intelligente” non tanto per il suo potenziale proattivo nella gestione dei diversi parametri (luminosità, riscaldamento, eccetera), quanto per la sua capacità di notificare eventuali problemi.

Il consumatore evidenzia insomma una maturazione ancora molto parziale e si rende disponibile alla ricezione di notifiche per l’azione, ma non lascia la gestione della casa a sistemi automatici ed algoritmi. Spiega Stefano Nordio, Vice Presidente D-Link Europe: «È certamente un momento emozionante per la Smart Home, c’è più scelta che mai per una tecnologia in grado di migliorare e assistere a tutti gli aspetti della nostra vita quotidiana. Tuttavia, è chiaro che ci sono idee sbagliate su ciò di cui le persone hanno bisogno e su come possono rendere questi dispositivi più adatti a loro […]. È importante che le persone comprendano le opzioni disponibili, e i loro benefici, prima di investire in soluzioni Smart Home». Capire prima di investire, conoscere prima di agire.

Nella stessa direzione sta andando un’offerta come quella Eni Gas e Luce, presentata da poche ore in virtù dell’importante partnership con Hive con la quale per la prima volta la casa intelligente viene messa al centro del progetto. Mentre la consapevolezza degli italiani andrà crescendo, la disponibilità di offerte che mettono assieme i servizi di fornitura ed i device per la razionalizzazione dei consumi (e l’ottimizzazione della sicurezza) rende più solida la proposta che viene portata sul mercato a disposizione dei consumatori.

Altri device di grande appetibilità sono quelli della linea Nest, che vanno dalla videocamera per esterni al termostato intelligente: in questo caso il progetto è firmato Alphabet (Google), colosso che con il proprio impegno dimostra di credere fermamente nell’imporsi della casa intelligente e di ecosistemi informatici in grado di trasformare radicalmente il modo di pensare l’ambiente domestico.

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