EuroSuit, la tuta intra-veicolare di Decathlon e CNES testata da Sophie Adenot

EuroSuit, sviluppata da CNES, Decathlon, Spartan Space e MEDES, sarà testata sulla Stazione Spaziale Internazionale nel 2026 per valutare ergonomia, rapidità di vestizione e mobilità in microgravità.
EuroSuit, sviluppata da CNES, Decathlon, Spartan Space e MEDES, sarà testata sulla Stazione Spaziale Internazionale nel 2026 per valutare ergonomia, rapidità di vestizione e mobilità in microgravità.
EuroSuit, la tuta intra-veicolare di Decathlon e CNES testata da Sophie Adenot

Immaginate una tuta che si indossa in meno di un minuto, progettata per rispondere alle esigenze più stringenti della vita in orbita: questa è EuroSuit, la nuova frontiera europea dell’innovazione tecnologica nel settore spaziale. Frutto della collaborazione tra realtà d’eccellenza come Decathlon, l’agenzia spaziale francese CNES, la giovane startup Spartan Space e l’istituto medico MEDES, questo prototipo promette di cambiare il paradigma dell’autonomia orbitale, proiettando l’Europa verso una nuova era di indipendenza nei voli umani.

Nel 2026, a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, sarà l’astronauta francese Sophie Adenot a testare in prima persona la tuta spaziale durante la missione Epsilon. Questo momento rappresenta non solo un passo avanti tecnologico, ma anche un’occasione strategica per rafforzare le competenze europee nell’ambito degli equipaggiamenti per l’alta quota e gli ambienti spaziali abitati.

L’elemento che rende EuroSuit davvero rivoluzionaria è la sua capacità di coniugare rapidità di vestizione e svestizione – appena sessanta secondi – con un design modulare pensato per la massima ergonomia e sicurezza. Gli ingegneri hanno integrato soffietti su spalle, gomiti e ginocchia, aumentando la mobilità e consentendo movimenti precisi anche negli spazi ristretti della Stazione Spaziale Internazionale. Il casco, dotato di una struttura a reticolo, si adatta perfettamente alla morfologia dell’astronauta, offrendo una vestibilità personalizzata e garantendo il massimo comfort durante le attività intra-veicolari (IVA).

Il cuore della missione Epsilon sarà la valutazione di aspetti pratici e concreti: dalla manipolazione di strumenti all’interazione con schermi tattili, fino alla resistenza dei materiali e alla capacità della tuta spaziale di mantenere una vestibilità uniforme, anche in condizioni di microgravità che causano un naturale allungamento del corpo umano. Ogni dettaglio sarà oggetto di attenta analisi per assicurare che la EuroSuit risponda alle esigenze operative e di sicurezza richieste in ambiente orbitale.

Il progetto si distingue per la sinergia tra competenze altamente specializzate. CNES fornisce il know-how istituzionale e la visione strategica per la gestione delle missioni spaziali, mentre MEDES mette a disposizione conoscenze mediche e fisiologiche fondamentali per adattare la tuta spaziale alle necessità degli astronauti. Spartan Space e Decathlon portano invece un bagaglio di innovazione tecnologica e una solida esperienza nella progettazione di indumenti tecnici ad alte prestazioni, maturata in anni di ricerca e sviluppo nel settore sportivo e outdoor.

A differenza delle tute tradizionali utilizzate per il lancio e il rientro, la EuroSuit nasce con una vocazione precisa: ottimizzare il lavoro operativo a bordo dei veicoli spaziali. L’obiettivo è combinare rapidità d’uso, comfort e libertà di movimento in una soluzione modulare, capace di adattarsi alle mutevoli condizioni della vita in orbita. Questa attenzione alla funzionalità e all’ergonomia rappresenta un vero salto di qualità rispetto agli standard attuali, ponendo le basi per una nuova generazione di equipaggiamenti spaziali.

Tuttavia, il cammino verso l’adozione operativa della EuroSuit non è privo di ostacoli. Restano da affrontare sfide cruciali come la certificazione operativa, l’integrazione con i sistemi di supporto vitale, la manutenzione in orbita, il contenimento del peso e dei costi di produzione, oltre alla necessità di garantire la massima durabilità nel tempo. In questo contesto, il feedback diretto di Sophie Adenot sarà determinante per perfezionare ulteriormente gli aspetti ergonomici e funzionali della tuta spaziale, prima di affrontare le rigorose fasi di certificazione richieste per le missioni future.

Dal punto di vista strategico, la realizzazione della EuroSuit riflette l’ambizione europea di conquistare una posizione di leadership nella progettazione di tecnologie per l’esplorazione umana dello spazio. La collaborazione tra settore privato e istituzioni pubbliche non solo accelera il trasferimento tecnologico verso applicazioni terrestri, in ambito sanitario e sportivo, ma rappresenta anche un modello virtuoso di innovazione e sviluppo industriale.

La vera sfida, ora, è trasformare il potenziale emerso nei test preliminari in soluzioni operative affidabili e scalabili, pronte a sostenere le missioni in orbita bassa e, in prospettiva, anche quelle dirette verso destinazioni più lontane. Se le aspettative saranno confermate, la EuroSuit potrebbe segnare l’inizio di una nuova stagione per l’autonomia tecnologica europea nello spazio, aprendo la strada a scenari inediti per la ricerca, l’industria e la società.

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