Forbes: gli insegnamenti di Steve Jobs

Forbes elabora una lista degli insegnamenti di Steve Jobs da cui tutti, informatici e non, possono attingere.
Forbes elabora una lista degli insegnamenti di Steve Jobs da cui tutti, informatici e non, possono attingere.

Non c’è dubbio che Steve Jobs sia ormai un punto di riferimento, un modello da seguire, per chiunque si occupi di tecnologia ma anche solo per i dirigenti aziendali: non a caso è stato considerato di recente il miglior CEO degli ultimi 50 anni. Ma seguendo quello che è stato fino ad ora il percorso di Steve, possiamo trarre anche dei veri e propri insegnamenti di vita: Forbes ha stilato un elenco delle 10 lezioni che tutti potrebbero imparare da Steve Jobs.

Il primo grande insegnamento che possiamo trarre dai successi di Steve Jobs è che l’innovazione più efficace non può prescindere dall’unire arte e tecnologia: l’ex CEO di Apple ha sempre messo in evidenza come la differenza con tutti gli altri produttori di computer stia nel fatto che, a Cupertino, hanno sempre cercato di sposare la scienza con l’arte e la cultura in generale. Non a caso, il primo team che lavorò al progetto Macintosh aveva un background culturale che spaziava dall’antropologia all’arte, passando per la storia e la poesia, e conosciamo tutti il successo ottenuto dai primi computer targati Mela.

Il 12 giugno 2005 Steve venne invitato a tenere un discorso per i neolaureati di Stanford. In uno dei passaggi del discorso, l’ex iCEO ha dichiarato come “non si possono unire i puntini in avanti, ma solo all’indietro”. Il senso di questa frase è che, per quanto si voglia programmare il proprio futuro, non è possibile prevedere ogni suo singolo sviluppo, è dunque inutile accanirsi sul come speriamo possa svolgersi la nostra vita e sul perché gli imprevisti sembrano farci deviare da questo percorso. Dobbiamo piuttosto avere fiducia che tutto faccia parte di un piano più grande e che in futuro, guardando al passato, saremo in grado di collegare i puntini e comprenderlo.

Ascolta la tua voce interiore. Molti non fanno caso a quella vocina che proviene dal profondo, che vuole indicarci se stiamo seguendo o meno la direzione giusta. Quando Steve Jobs vide per la prima volta una interfaccia grafica per computer, quella voce gli suggerì che la GUI rappresentava il futuro dei computer, lui gli diede retta e così finì per creare il Macintosh.

Stay hungry, stay foolish“. Siate affamati, siate folli. Non c’è bisogno di interpretare questo motto, tratto direttamente dal discorso a Stanford.

Quello che ha fatto Steve Jobs può essere utile solo agli imprenditori e dirigenti aziendali? Assolutamente no: a conti fatti, l’ex iCEO è un uomo, un marito, un padre, un amico, così come ognuno di noi. Dunque la lezione più grande che possiamo trarre dalla sua vita è che con il duro lavoro, la determinazione e lo spirito visionario tutto è possibile. In questo Steve è stato in grado di trasformare un’azienda vicina alla bancarotta nella compagnia più solida al mondo. Perché non dovrebbe essere lo stesso per tutti?

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